Pechino, altri due arresti contro la "rete" di Zhou Yongkang
Secondo esperti ed analisti, il governo sta cercando di eliminare dalla scena politica l'ex potentissimo "zar della sicurezza nazionale". Gli ultimi a pagarne le spese sono due suoi sodali, Zhao Miao e Yan Cunzhang, entrambi accusati di corruzione. Un osservatore: "Siamo davanti a una nuova lotta per il potere".

Pechino (AsiaNews) - Il governo centrale cinese ha ordinato l'arresto di altri due potenti funzionari comunisti, collegati con il potentissimo ex "zar della sicurezza nazionale" Zhou Yongkang. L'uomo, che per un decennio ha gestito polizia e forze paramilitari cinesi, sembra essere il vero obiettivo dell'esecutivo che, tuttavia, fino a ora non ha mosso contro di lui accuse formali.

A fare le spese di questa nuova retata sono Zhao Miao - capo del Dipartimento per l'organizzazione del Partito di Chengdu - e Yan Cunzhang, manager del Dipartimento per la cooperazione del colosso petrolifero statale China National Petroleum Corp. Entrambi sono accusati di "violazioni alla disciplina del Partito", un eufemismo indicato comunemente per indicare la corruzione nell'apparato statale.

Dalla presa di potere di Xi Jinping, avvenuta nel marzo del 2013, il governo ha ordinato l'arresto di 21 funzionari di alto grado. Di questi, almeno sei facevano parte del gruppo dei protetti di Zhou. Lo scorso 19 febbraio è toccato a Ji Wenlin, per dieci anni braccio destro del potentissimo ex ministro della sicurezza nazionale: prima di lui sono finiti in carcere Guo Yongxiang, ex vice governatore del Sichuan, e Li Dongsheng, ex vice ministro della Pubblica sicurezza. Il 20 febbraio è stata la volta di Liu Yingxia, nota come "l'imprenditrice più affascinante della Cina", arrestata per corruzione a causa dei suoi rapporti con Jiang Jiemin, un tempo presidente della China National Petroleum Corp e altro fedelissimo di Zhou.

Il 3 marzo 2013 è arrivata invece la conferma dell'arresto di Zhou Yuanqing, fratello di Yongkang, e della moglie Zhou Lingying. I due sono stati fermati il primo dicembre 2013 per "un'indagine disciplinare da parte di Pechino". Proprio la donna avrebbe sfruttato la parentela con il capo della sicurezza nazionale per ottenere appalti di favore presso la China National Petroleum Corp. Inoltre, secondo i media locali, "aveva molto da fare" con Zhou Bin, figlio di Yongkang anche lui sotto inchiesta.

Zhang Lifan, analista politico di Pechino, spiega che questi nuovi arresti indicano che le autorità "sono ancora impegnate nella costruzione di un'inchiesta contro Zhou. E' probabile che al momento sia ancora basata su prove inadeguate, oppure che qualcuno stia facendo ostruzionismo. Si tratta forse di una lotta fra fazioni per il potere".