Tribunale Saudita stabilisce la chiusura di un forum liberale
Il fondatore del forum, Raif Badawi era già stato condannato a sette anni di prigione, accusato di violare gli insegnamenti dell'Islam e di criticare importanti personalità religiose. Il re Abdullah insiste per una riforma del sistema legale per rendere i giudizi più trasparenti.

Gedda (AsiaNews/Agenzie) - I tribunale di Gedda ha ordinato la chiusura definitiva di un forum liberale presente sulla Rete, decisione presa in quanto i contenuti del sito sono stati considerati anti-islamici.

La decisione del tribunale arriva nove mesi dopo che Raif Badawi, editore del forum "Liberali Sauditi Liberi", era stato condannato a sette anni di prigione e a seicento frustate per aver creato un forum nel quale venivano pubblicati dei contenuti che andavano contro i valori dell'Islam.

Dopo la pubblicazione di questa notizia i portavoce di alcuni gruppi, che si battono  per i diritti umani internazionali, e alcuni attivisti dell'Arabia Saudita affermano che l'intento delle autorità saudite è quello di zittire la voce dei dissidenti politici e religiosi.

I media sauditi riportano la notizia della chiusura del forum, aggiungendo che la sentenza del tribunale afferma che: "i soggetti e i commenti pubblicati in passato violavano gli insegnamenti della religione islamica, suscitando polemiche".

Gli stessi giornali, hanno riferito lo scorso luglio che Badawi era stato arrestato con l'accusa di aver pubblicato contenuti che contrastavano i fondamenti religiosi, che esprimevano pensieri liberali e che criticavano diverse personalità religiose, incluso il Gran Mufti.

Il re Abdullah, ultimamente, ha insistito per riformare il sistema legale, per migliorare la formazione dei giudici e per introdurre l'utilizzo del "precedente". Queste riforme potrebbero rendere  i giudizi della corte più trasparenti, dato che il sistema giudiziario saudita si basa sulle regole della scuola islamica wahhabita e applica la sharia. Inoltre, i giudici prendono le loro decisioni basandosi sulla loro interpretazione della legge religiosa, invece che  seguire un codice legale scritto.