Vescovo di Pune: L'India è multi-religiosa perché è una democrazia autentica e sana
di Nirmala Carvalho
Il prossimo 17 aprile si terrà la quinta fase delle elezioni regionali. Mons. Thomas Dabre invita la comunità dell'arcidiocesi a votare "candidati e partiti che si prenderanno cura di ogni cittadino, soprattutto delle minoranze. Questo è vero secolarismo". Timori per la vittoria dei nazionalisti indù, ma il presule ricorda: "La storia e la cultura di questa nazione non sono monopolio di una sola comunità religiosa".

Mumbai (AsiaNews) - "L'India appartiene a persone di ogni religione, e le minoranze dovrebbero essere protette e sostenute con particolare attenzione. Questa è la prova di una democrazia autentica e sana: così, vi chiedo di guardare a candidati e partiti che si prenderanno cura di tutti i cittadini, soprattutto delle minoranze religiose. Questo è vero secolarismo. Preghiamo affinché il secolarismo prevalga in queste elezioni". È l'appello lanciato sulla sua pagina Facebook da mons. Thomas Dabre, vescovo dell'arcidiocesi di Pune (Maharashtra), in vista del voto del prossimo 17 aprile, quinta fase delle elezioni generali 2014.

Lo Stato del Maharashtra è uno dei più grandi dell'India e conta 48 circoscrizioni. Per questo i suoi abitanti votano in tre diverse tornate: 10 aprile (10 circoscrizioni), 17 aprile (19) e 18 aprile (19).

Quest'anno per i cristiani il 17 aprile è giovedì santo. Molte scuole religiose sono state convertite in seggi elettorali per l'occasione, e il clero locale teme che questo possa interferire con le celebrazioni in corso nelle cappelle adiacenti. Per questo, nelle scorse settimane mons. Dabre ha chiesto a VS Sampath, presidente della Commissione elettorale dell'India, di spostare la data.

Questo non è stato possibile, e il vescovo ha esortato i fedeli a non disertare i seggi, perché "ogni voto è prezioso". "Come impegno sacro - ha detto - mi prenderò del tempo nella giornata per andare a votare. Possa Dio indicare a tutti noi un candidato e un partito che si prenderà cura di tutti i suoi cittadini, in particolare i poveri e gli emarginati".

I sondaggi danno come favorito Narendra Modi, candidato Primo ministro del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito ultranazionalista indù), molto vicino al gruppo paramilitare fondamentalista Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), in cui ha militato da giovane. La Rss si basa sull'hindutva, un'ideologia che considera l'induismo un'identità etnica, culturale e politica, in nome della quale creare l'Hindu Rashtra (Nazione indù).

Per mons. Dabre "questo discorso non è accettabile, perché l'India appartiene a persone di ogni religione. Sono loro che hanno reso il Paese quello che è oggi. La storia e la cultura di questa nazione non sono monopolio di una sola comunità religiosa. Al contrario, l'India è una democrazia laica. Gli indù mi sono cari in modo personale, ma parlare di Hindu Rahstra non aiuterà la causa dell'unità, dell'integrazione e dell'armonia nel nostro Paese".