Vescovo di Cheju: Preghiamo per le vittime del traghetto, la Corea vive nel dolore
La nave Sewol, affondata ieri per cause ancora sconosciute, era diretta verso l'isola di Jeju. Ad AsiaNews il vescovo, e presidente della Conferenza episcopale, mons. Pietro Kang U-il dice: "Possiamo soltanto pregare per loro e per le loro famiglie, attanagliate dall'angoscia, sperando che la nostra preghiera e la nostra solidarietà possano essere di qualche conforto". Le pessime condizioni del mare e il vento rallentano i soccorsi: all'appello mancano ancora circa 300 persone.

Jeju (AsiaNews) - Tutta la Corea "è in uno stato di grande dolore e di grave ansia, anche perché fra le vittime di questa tremenda tragedia vi sono anche diversi adolescenti che volevano fare una gita... Possiamo soltanto pregare per loro e per le loro famiglie, attanagliate dall'angoscia, sperando che la nostra preghiera e la nostra solidarietà possano essere di qualche conforto". È il commento rilasciato ad AsiaNews da mons. Pietro Kang U-il, vescovo di Jeju e presidente della Conferenza episcopale coreana, dopo il drammatico naufragio del traghetto Sewol.

In un primo momento, le stesse autorità sudcoreane avevano fissato il bilancio delle vittime a 2 persone - un membro dell'equipaggio e uno studente - e avevano parlato di circa "un centinaio di dispersi". Nel corso della giornata le cose sono peggiorate: le vittime accertate sono 9, ma i dispersi arrivano a circa 300. Il traghetto aveva infatti a bordo 475 passeggeri: di questi soltanto 179 sono stati tratti in salvo. I feriti gravi recuperati si contano a decine.

Al momento, le ricerche dei sopravvissuti sembrano progredire in maniera molto lenta. Le pessime condizioni del mare e il vento, al momento molto forte, rendono quasi impossibili le immersioni e lo scandagliamento con i radar. Nella ricerca sono impiegate 169 navi di diverse dimensioni e 29 velivoli militari. La presidente, Park Geun-hye, ha invitato tutte le parti coinvolte a "fare presto, salvando ogni vita possibile".

Secondo mons. Kang "nonostante l'impegno delle autorità, le speranze di recuperare qualche passeggero ancora vivo diminuiscono di ora in ora. Il mare nell'area è veramente terribile, e questo non aiuta. I sopravvissuti al momento sono sconvolti, il trauma psicologico che hanno subito è davvero enorme. Possiamo soltanto pregare il Signore, affinché aiuti le vittime e i loro familiari, e sperare che la preghiera e la solidarietà possano in qualche modo consolare tutte le persone coinvolte in questo disastro".