Nepal, attivisti per i diritti umani: Nessuna amnistia per i crimini della guerra civile
di Christopher Sharma
L'Onu e altre associazioni internazionali sono contrarie ad alcune misure contenute nella bozza di legge della Truth and Reconciliation Commission. Dalla fine del conflitto (2006) nessuno è stato indagato in connessione ai crimini avvenuti. Più di 16mila persone sono morte; centinaia sono scomparse nel nulla; migliaia sono rimaste ferite.

Kathmandu (AsiaNews) - Concedere l'amnistia "è una grave violazione delle leggi internazionali e un'offesa alle vittime della guerra civile". Lo affermano le Nazioni Unite e diverse associazioni internazionali per i diritti umani, riguardo ad alcune misure contenute nella legge proposta dalla Truth and Reconciliation Commission, creata nel 2007 per indagare sugli abusi subiti dai civili durante il decennale conflitto (1996-2006). Il richiamo è stato promosso il 17 aprile scorso da Navi Pillay, Alto commissario Onu per i diritti umani, insieme ad associazioni come Human Rights Watch, International Commission of Jurists e Amnesty International.

Patria del monte Everest e luogo di nascita di Buddha, il Nepal si sta ancora riprendendo dalla dura guerra civile tra ribelli maoisti e governo. Il conflitto ha portato l'abolizione della monarchia (2008) e pesanti perdite per la popolazione. Secondo le stime ufficiali, più di 16mila persone sono morte; centinaia sono scomparse nel nulla; migliaia sono rimaste ferite.

Sebbene siano passati quasi otto anni, nessuno - né tra i quadri maoisti, né tra i membri dell'esercito - è stato indagato in connessione ai crimini avvenuti nei 10 anni di guerra. Tuttavia, secondo gli attivisti entrambe le parti hanno commesso stupri, torture, arresti arbitrari ed esecuzioni extragiudiziarie.

Il richiamo è avvenuto dopo che le ong Advocacy Forum-Nepal e Redress hanno portato un caso di stupro, a nome di Purna Maya (identità falsa per motivi di sicurezza) davanti alla Commissione Onu per i diritti umani. Si tratta della prima causa mai presentata legata a crimini avvenuti durante la guerra civile. La donna è stata vittima di violenza sessuale da parte di quattro soldati nepalesi nel 2004.

"Anche se riguarda una sola persona - ha dichiarato Mandira Sharma, presidente della Advocacy Forum-Nepal - è rappresentativa dell'esperienza di molti: centinaia di cause sono state intentate, ma nessun tribunale nazionale se ne è occupato".