Il Nepal festeggia Modi e promette: nessuna ripercussione sulla nostra libertà religiosa
di Christopher Sharma
Secondo le autorità locali la vittoria del Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalisti indù) in India "migliorerà i rapporti" tra Kathmandu e New Delhi. Il ministro nepalese per gli Affari esteri esclude favoritismi verso un gruppo religioso a scapito di altri: "Le minoranze non hanno motivo di avere paura".

Kathmandu (AsiaNews) - La vittoria a New Delhi del partito ultranazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp) "migliorerà i rapporti tra India e Nepal" ma "non avrà ripercussioni sulla pratica religiosa di alcun gruppo". È quanto affermano le autorità di Kathmandu, commentando le elezioni generali che hanno incoronato il leader del Bjp Narendra Modi nuovo Primo ministro dell'India.

In questi giorni dal Nepal il presidente Eam Baran Yadav, il Primo ministro Sushil Koirala e l'ex Primo ministro Baburam Bhattarai hanno telefonato - ciascuno di persona - al leader indiano per congratularsi. Modi ha affidato a Twitter (il social network più usato durante l'intera campagna elettorale) i propri ringraziamenti: "Il Nepal è un vecchio amico e molto fidato. Siamo impegnati nel rafforzare le nostre relazioni con il Nepal in varie sfere".

In India la vittoria di Narendra Modi ha scatenato timori tra le minoranze religiose del Paese (in particolare cristiani e musulmani), spesso prese di mira da fondamentalisti indù che militano nel Sangh Parivar, organizzazione vicina al Bjp sotto la quale operano diversi gruppi radicali. Tra questi c'è la Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), associazione paramilitare di ispirazione nazista di cui era membro lo stesso Modi. Inoltre egli è considerato da molti responsabile delle stragi del Gujarat avvenute nel 2002 tra indù e musulmani.

Il Nepal è divenuto uno Stato laico nel 2006, dopo secoli di monarchia assoluta di stampo indù. Solo di recente le minoranze religiose, soprattutto cristiani e musulmani, possono costruire edifici di culto e celebrare funzioni religiose in pubblico. Oggi l'induismo è ancora la religione di maggioranza, praticata dall'81,3% della popolazione. Le minoranze più nutrite sono quella buddista (9%) e musulmana (4,4%). I cristiani rappresentano l'1,4%.

In merito alla possibile "influenza indù" di Modi sulla popolazione nepalese, Maghendra Pandey, ministro per gli Affari esteri, ha dichiarato oggi: "Il Nepal ha la propria politica valida per tutte le religioni e non verrà preso in considerazione alcun intervento straniero. Questo Modi lo sa bene e per questo non credo che il governo Bjp favorirà un gruppo e ignorerà i diritti di un altro. Il nostro Paese è laico e tutte le religioni hanno uguali diritti. Gli indù non hanno motivo di essere 'emozionati', così come le minoranze religiose non hanno motivo di avere paura. Tutti sono liberi di praticare la propria fede secondo le leggi".