Cattolici del Nepal: Il nuovo vescovo rilancerà l'evangelizzazione del Paese
di Christopher Sharma
La messa di insediamento di mons. Paul Simick, nuovo Vicario apostolico del Nepal, è prevista per il 29 giugno nella cattedrale di Kathmandu. La comunità "prega, piena di gratitudine, per il nuovo pastore. Ci aiuterà a far conoscere sempre di più la Parola di Dio".

Kathmandu (AsiaNews) - La comunità cattolica del Nepal "prega, piena di gratitudine, per il nostro nuovo vescovo. Speriamo che possa raggiungere tutta la popolazione del Paese, che ha bisogno della parola di Dio, e ci auguriamo che il nostro nuovo pastore possa espandere l'orizzonte e il Regno di Dio". Lo dice ad AsiaNews p. Silas Bogati, sacerdote nepalese, commentando l'arrivo di mons. Paul Simick. Il Vaticano lo ha nominato Vicario apostolico lo scorso 25 aprile 2014: la sua messa di insediamento si terrà nella cattedrale di Kathmandu il prossimo 29 giugno.

La comunità cattolica lo attende con impazienza. Melun Darshandhari, giovane animatore di un gruppo parrocchiano, dice: "I cattolici sono in Nepal da più di 60 anni, ma il nostro numero è ancora basso. Abbiamo subito tanti ritardi nell'evangelizzazione a causa degli ostacoli posti dal governo indù, ma ora siamo uno Stato secolare. Abbiamo un nuovo vescovo, giovane, e tanti ragazzi interessati al sacerdozio o alla vita religiosa. Speriamo che mons. Simick possa guidarci verso una grande espansione".

Himal, un altro giovane parrocchiano, dice: "Il mio sogno è quello di unirmi alla missione cattolica e portare le parole e l'esempio di Gesù Cristo fra i miei vicini e nei villaggi del Nepal. Tanti ragazzi aspettano la chiamata di Dio".

In Nepal vivono circa 150mila cristiani, di cui 8mila sono cattolici. Prima della caduta della monarchia (2006) l'induismo era religione di Stato e influenzava la vita di ogni cittadino. La proclamazione di uno Stato laico garantisce libertà religiosa, ma le minoranze - in particolare quella cristiana - subiscono ancora soprusi e minacce dalla comunità di maggioranza. La popolazione indù è spesso al centro di episodi di discriminazione, violenza contro le donne ed emarginazione dei più poveri. Non mancano inoltre le accuse - da parte di induisti e, talvolta, anche di buddisti - a cattolici e cristiani di convertire le persone con la forza o offrendo loro denaro.