Brahimi: Siria come la Somalia, “in rovina” e dominata dai Signori della guerra
Il diplomatico algerino ed ex inviato di pace Onu lancia l’allarme: il Paese è destinato a frantumarsi e le conseguenze si estenderanno a tutto il Medio oriente. Senza una soluzione “politica”, la regione è destinata a “saltare in aria”. Centinaia di combattenti da Francia, gran Bretagna e altre parti del mondo in Siria per il jihad.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La Siria è destinata a diventare "un'altra Somalia" dove "non vi saranno divisioni, come molti hanno previsto", ma un vero e proprio "Stato in rovina, con i Signori della guerra [a comandare] dappertutto". È quanto ha affermato il diplomatico algerino Lakhdar Brahimi, ex inviato Onu e della Lega araba in Siria, che ha lasciato la scorsa settimana il suo incarico da molti definito "missione impossibile". Egli ha aggiunto che tutta la regione Mediorientale potrebbe "saltare in aria", se non si risolverà il problema della Siria attraverso una soluzione "politica", perché il conflitto ha orma superato i confini del Paese. 

Criticando Iran e Russia per il sostegno a Damasco, Brahimi sottolinea che tanto il governo siriano quanto l'opposizione hanno commesso "ogni giorno" crimini di guerra e avverte che "un giorno le persone dovranno rispondere di quanto commesso". Egli avverte che la situazione in Siria è di gran lunga peggiore di quella in Afghanistan e le conseguenze "infinitamente più gravi". 

Il diplomatico algerino, in passato rappresentate speciale delle Nazioni Unite in Iraq, Afghanistan e Sud Africa, ha guidato due diversi round di colloqui di pace fra il presidente Bashar al Assad e l'opposizione in esilio. Tuttavia, nei due anni di incarico non ha saputo arginare un conflitto sempre più sanguinoso, che ha causato oltre 162mila vittime e milioni di rifugiati. 

Brahimi aggiunge infine che vi sarebbero almeno 500 o 600 cittadini di nazionalità francese, e un numero analogo di britannici, che combattono in Siria, assieme a migliaia di guerriglieri islamisti che provengono dall'estero. Essi sono parte di un movimento fondamentalista - lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) - attivo in Siria, Iraq e Giordania e pronto a colpire in tutto l'Occidente