Cina: un milione di membri lascia il Partito comunista

Pechino (AsiaNews)  - Un milione di persone ha riconsegnato la tessera del Partito Comunista cinese per protestare contro la corruzione, la tirannia e la repressione dei diritti umani e religiosi.

Lo riporta The Epoch Times, giornale creato dal movimento spirituale Falun Gong secondo cui la causa primaria del ritiro dal Partito è l'editoriale apparso e divulgato dall'organo di stampa, chiamato "I 9 commentari sul Partito Comunista cinese". L'editoriale analizza la natura e l'origine del Partito, la sua tirannia, le persecuzioni e le violazioni dei diritti umani e religiosi, la violenta repressione della Falun Gong e la distruzione operata dalla leadership comunista sulla cultura e le religioni in Cina  Il testo accusa anche apertamente il Partito di gravi responsabilità in numerosi genocidi.

Fra quelli che riconsegnano la tessera vi sono anche alti dirigenti del Partito. Fra questi, Meng Weizai, ex direttore dell'Ufficio artistico del Ministero centrale della Propaganda e vice segretario del Partito dell'Associazione letteraria cinese; Guo Jidong, sindaco della città di Hejian (provincia dell'Hebei); Ding Ke,  ex agente speciale del Dipartimento sicurezza del Partito. Il 28 febbraio 2005, 46 membri dell'Industria nucleare militare cinese hanno riconsegnato le loro tessere: erano tutti membri del Partito da oltre 30 anni. 

Per dimostrare in maniera pubblica il loro supporto al milione di ritirati dal partito, oltre 150 gruppi cinesi da tutto il mondo hanno partecipato ad una "Marcia per la democrazia e la libertà" a New York il 23 aprile.

La Falun Gong – fondata e guidata da Li Hongzhi - è un movimento spirituale che cerca la salvezza e l'armonia con tecniche di meditazioni, ginnastiche e diete. Il movimento è stato bandito dalla Cina nel 1999 e, da allora, i suoi membri sono perseguitati in maniera violenta. Una parte del movimento si è rifugiata all'estero – soprattutto Stati Uniti ed Australia – mentre alcuni componenti sono rimasti in Cina in maniera clandestina.

Il gruppo chiede da anni a Pechino il riconoscimento religioso, ma il governo ha bocciato la richiesta e definito la Falun Gong "un culto malvagio", nocivo "alle persone ed allo Stato".