Nuova ondata di arresti contro il movimento Falun Gong

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Una enorme operazione di polizia è in atto contro gli adepti del Falun Gong. L'operazione, la più vasta dal 1999, ha portato a numerosi arresti nelle province dello Shandong, Jiangxi, Sichuan, Mongolia Interna. La denuncia è stata diffusa dallo stesso movimento, mentre Amnesty International ha lanciato una campagna a favore di membro della Falun Gong, Liu Yawen, arrestata il mese scorso perché distribuiva video di propaganda e da allora sparita senza più alcuna notizia.

Il Falun Gong è una pratica di meditazione ed esercizi fisici ispirati alle tradizioni buddista e taoista, con la cura per la ginnastica e la respirazione, la ricerca della salute, dell'immortalità, della pace e dell'armonia. Il 25 aprile del 1999 oltre 10 mila adepti manifestarono pacificamente a Pechino contro la violazione dei loro diritti. Nel luglio 1999 è cominciata – su suggerimento dell'allora presidente Jiang Zemin - una feroce persecuzione contro il gruppo, che allora aveva in Cina circa 100 milioni di seguaci, bollato come "organizzazione eretica" e "una minaccia per la stabilità sociale e politica". Da allora non sono mai cessate la propaganda contraria e diffamante, l'imprigionamento e la tortura (oltre 38.000 casi documentati, secondo Falun Gong)  e perfino i decessi. Dal luglio 1999 all'aprile 2005 la stessa associazione ha constatato oltre 1880 decessi, verificati con nomi e circostanze, spesso a seguito di torture fisiche e psicologiche, ma il numero è certamente superiore (la notizia di una morte viene considerata "segreto di stato" e la sua diffusione punita con il carcere). Centinaia di migliaia di adepti risultano tuttora detenuti (a volte intere famiglie) e oltre 200 mila hanno ricevuto – senza un processo - condanne a campi di rieducazione attraverso il lavoro. Molti vengono internati in istituti per malati mentali e sottoposti a "lavaggi mentali" per ottenere l'abiura e costretti a prendere farmaci dannosi per il sistema nervoso. (PB)