Corruzione, un altro arresto scuote il Partito: cade il leader comunista di Canton
Wan Qingliang, astro nascente della politica nazionale e noto per la sua frugalità, è stato messo sotto inchiesta per tangenti. La campagna del presidente Xi Jinping contro "tigri e mosche" continua a mietere vittime, ma restano i timori che sia soltanto uno strumento nella faida per il potere interna al Pcc.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il governo centrale cinese e il Partito comunista hanno confermato questa mattina di aver aperto un'inchiesta per corruzione contro il leader politico della grande metropoli meridionale di Guangzhou (Canton), capoluogo della ricchissima provincia del Guangdong. Le autorità hanno aperto un fascicolo contro Wan Qingliang, astro nascente della politica nazionale, per "serie violazioni alla disciplina". Il termine è un eufemismo usato dalla burocrazia di Stato per indicare corruzione.

Si tratta dell'ennesimo arresto di alto livello nella scena nazionale cinese. Il presidente Xi Jinping ha lanciato sin dalla sua elezione (a fine 2012) una campagna contro "tigri e mosche", ovvero funzionari di qualunque grado, colpevoli di intascare denaro pubblico o tenere uno stile di vita esagerato. Il grande analista politico e dissidente Bao Tong ha però contestato la vera natura di questa campagna, che nasconderebbe solo una resa dei conti interna al Partito.

Non sono ancora emersi i particolari dell'inchiesta aperta nei confronti di Wan, che fino a oggi era noto principalmente per la sua frugalità e per la sua rapida scalata al potere che lo aveva portato a essere il più giovane sindaco mai nominato a Guangzhou. La città è la sesta (per dimensioni) di tutta la Cina e una delle più significative dal punto di vista economico: la sua vicinanza con Hong Kong e il grande sviluppo della provincia di cui è capoluogo ne hanno fatto un centro finanziario e industriale di primo livello.