Sri Lanka, contadini contro il governo: No alla privatizzazione dell'agricoltura
di Melani Manel Perera
Migliaia di agricoltori, attivisti sociali e leader religiosi cattolici e buddisti chiedono l'abolizione di un disegno di legge che obbligherĂ  i lavoratori del settore a comprare sementi ibride da aziende internazionali. L'inganno delle autoritĂ : i semi ibridi fruttano un solo raccolto, andranno ricomprati di anno in anno.

Colombo (AsiaNews) - Migliaia di persone tra contadini, attivisti sociali, scienziati e leader religiosi cattolici e buddisti in Sri Lanka chiedono la cancellazione di un disegno di legge che rischia di portare alla privatizzazione dell'agricoltura. Si tratta del Seed and Planting Material Act, provvedimento che - sulla carta - dovrebbe regolare l'acquisto delle sementi. Di fatto, spiegano ad AsiaNews alcuni attivisti, "porterà grandi benefici alle industrie controllate dalle aziende transnazionali, ma limiterà i diritti dei contadini e minaccerà la biodiversità".

Per bloccare il provvedimento oltre 1.500 persone hanno organizzato una marcia di protesta il 25 giugno scorso, davanti al ministero dell'Agricoltura a Colombo. Al termine della dimostrazione, tre rappresentanti hanno incontrato il Ministro, consegnandogli la petizione.

Sarath Fernando, membro del Movement for National Land and Agricoltural Reform (Monlar), spiega ad AsiaNews quali sono le criticità del disegno di legge: "Queste compagnie hanno agenti in tutto il mondo, per promuovere sementi modificate o ibride. L'obiettivo finale è di affidare la compravendita di semi a queste compagnie. I contadini potranno a comprare solo da loro e le aziende promuoveranno solo una varietà di sementi modificate geneticamente o ibride".

Il problema, sottolinea, è che "queste spesso producono un buon primo raccolto, che inganna l'agricoltore. Ma l'ibrido F-1 [prima generazione di incroci, ndr], per esempio, non germina, e rientra nel controllo della 'tecnologia terminator'. Ciò significa che il seme morirà e per avere nuovi raccolti i contadini saranno costretti a ricomprare ogni anno le sementi da queste aziende. In altre parole, si tratta di una privatizzazione del settore agricolo, che è stato il cuore della nostra cultura e della nostra civiltà per circa 3mila anni".

In Sri Lanka, afferma Sarath Fernando, "stanno cercando di caldeggiare l'acquisto del cosiddetto 'riso dorato', per disfarsi delle varietà indigene presenti nella nostra terra".