Israele decide oggi quanto sarĂ  dura la rappresaglia per i tre ragazzi uccisi
Il governo torna a riunirsi stasera. Se nell'esecutivo tutti dicono di volere la cattura e la punizione dei responsabili, le posizioni appaiono poi differenziate. Distrutte a Hbron le case dei due sospettati del rapimento. Papa Francesco "chiede a Dio di ispirare a tutti pensieri di compassione e di pace". Hamas accusa Israele.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Torna a riunirsi stasera il governo israeliano per decidere la misura della rappresaglia contro Hamas, dichiarato responsabile del rapimento e dell'uccisione dei tre giovani studenti di una scuola rabbinica - Eyal Yifrach, Naftali Frenkel e Gil-Ad Shaer - i corpi dei quali sono stati ritrovati ieri.

Alla prima dichiarazione del premier Benjamin Netanyahu, "Hamas è responsabile e Hamas pagherà", è seguita una prima riunione del governo, conclusasi ieri sera senza che fosse presa una decisione. Se nell'esecutivo tutti dicono di volere la cattura e la punizione dei responsabili, le posizioni appaiono poi differenziate. Al ministro dell'economia Naftali Bennett, esponente della destra, che ha suggerito di bombardare le strutture vuote di Gaza, chiedendo una risposta più forte di quella già in atto, hanno replicato, chiedendo una risposta più misurata, i ministri della difesa, Moshe Ya'alon, delle finanze. Yair Lapid, e della giustizia, Tzipi Livni.

Ya'alon ha comunque proposto che continui l'operazione in corso in Cisgiordania dal momento della scomparsa dei ragazzi - avvenuta il 12 giugno - che ha portato centinaia di arresti.

La caccia è aperta in particolare per trovare Marwan Kawasme, 29 anni, e Amar Abu Aysha, 32, indicati dagli israeliani come autori del rapimento e definiti uomini di Hamas. Stanotte, a quanto riferito da fonti palestinesi, le loro case, a Hebron, sono state incendiate dai militari israeliani. Un bambino sarebbe rimasto ferito. E mentre l'esercito intensifica la ricerca dei due sospetti, un gran numero di soldati sono confluiti a Hebron e nella regione Beit Khalil, chiudendo l'area. Da parte sua l'aviazione israeliana ha colpito 34 obiettivi a Gaza, in risposta a un lancio di razzi contro zone meridionali dello Stato ebraico.

Gli sviluppi della situazione destano preoccupazione ovunque nel mondo, che ieri ha condannato l'uccisione dei giovani. Il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, l'ha definita "una notizia terribile e drammatica". "La violenza - ha aggiunto - chiama altra violenza e alimenta il circolo mortale dell'odio. Il Papa Francesco si unisce al dolore inenarrabile delle famiglie colpite da questa violenza omicida e al dolore di tutte le persone colpite dalle conseguenze dell'odio, e chiede a Dio di ispirare a tutti pensieri di compassione e di pace". Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha parlato di atto "odioso da parte di nemici della pace".

Da parte palestinese, da un lato il presidente Mahmoud Abbas oggi ha avuto contatti con esponenti americani ed europei, oltre che arabi, per frenare la rappresaglia israeliana, dall'altra Hamas ha accusato lo stesso Israele. Il portavoce del movimento islamico, Sami Abu Zuhri ha definito "insensate" le accuse.  "La sparizione e l'assassinio dei tre israeliani - ha aggiunto - sono basate solo sulle affermazioni israeliane e l'occupazione sta tentando di usare questa vicenda per giustificare la sua crescente guerra contro il nostro popolo, contro la resistenza e contro Hamas". E "se ci attaccheranno, per loro si spalancheranno le porte dell'inferno".