Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Il rabbino capo di Russia, Berel Lazar, ha ringraziato il presidente Vladimir Putin per l'attenzione del governo russo alle questioni religiose e per la lotta all'antisemitismo, mentre sullo sfondo della crisi ucraina si continua a parlare di lotta ai nazisti di Kiev, come vengono definite dalla propaganda russa le nuove autorità nell'ex repubblica sovietica. Il rabbino capo ha parlato durante un incontro al Cremlino, tra Putin e rappresentanti religiosi ebrei arrivati da diversi Paesi, tra cui Israele, Belgio, Austria, Germania, Francia, Regno Unito e Italia. A detta di Lazar, prova della grande attenzione di Mosca verso la tematiche è stata l'organizzazione dello stesso incontro. Il rabbino ha dichiarato che la Russia è veramente preoccupata per le minacce poste dal neonazismo, il negazionismo e il revisionismo storico che riguarda la Seconda guerra mondiale, apprezzando il fatto che a differenza di altri Paesi, in Russia c'è un dibattito aperto su questi temi.
Dal canto suo, l'intervento di Putin all'incontro con i leader delle comunità ebraiche non ha mancato di suscitare polemiche. Secondo l'agenzia Itar-Tass, il presidente ha definito uno dei principali gerarchi nazisti, Joseph Goebbels, come un "uomo di talento, che raggiungeva sempre il suo scopo". Il riferimento era al tragico successo della propaganda del Reich contro gli ebrei e voleva condannare la nota convinzione di Goebbels che "più una bugia è grande, più la gente ci crederà". Poco dopo, le dichiarazioni di Putin non erano più sul sito di Itar-tass, mentre la comunità ebraica ha negato fossero mai state pronunciate tali parole.