Sri Lanka, attivisti per i diritti umani al governo: Giù le mani dalle Ong
di Melani Manel Perera
Oltre 500 persone hanno manifestato contro un avviso inviato dal ministero della Difesa a tutte le organizzazioni non governative. Nel documento si vieta alle associazioni di intraprendere qualsiasi attività che esuli dai compiti specifici dell'organizzazione. Nello specifico, sono proibite tutte le iniziative legate alla libertà di stampa, espressione e assemblea.

Colombo (AsiaNews) - "Giù le mani dalla società civile, giù le mani dalle Ong": è con questo slogan che più di 500 persone - tra attivisti per i diritti umani e leader religiosi cristiani - si sono radunati a Colombo per manifestare contro il governo dello Sri Lanka. Al centro delle critiche un avviso emesso dal ministero della Difesa, che secondo i dimostranti viola alcuni diritti costituzionali fondamentali ed è un tentativo di imbavagliare le voci critiche.

Il ministro della Difesa Gotabhaya Rajapaksa (fratello del presidente dello Sri Lanka, ndr), ha emesso una nota d'avvertimento nella quale si vieta alle Ong e alle organizzazioni della società civile di intraprendere qualsiasi attività che esuli dai compiti specifici dell'organizzazione. In particolare, si chiede di non organizzare conferenze stampa; diffondere comunicati stampa; organizzare corsi di giornalismo e laboratori per chi lavora nei media. La nota è stata poi spedita a tutte le Ong.

"Diciamo con chiarezza al governo - afferma ad AsiaNews Herman Kumara, attivista e presidente del National Fisheries Solidarity Movement - che non siamo disposti a bloccare qualsiasi lavoro in cui siamo impegnati. [Questo] perché non facciamo nulla di illegale, ma lavoriamo secondo la Costituzione. Nessun avviso ci spaventerà".

Secondo Nimalka Fernando, attivista per i diritti umani e co-presidente della Platform for Freedom, l'avviso è "una chiara violazione della Costituzione dello Sri Lanka, che garantisce libertà di parola, espressione e assemblea. Per questo bruciamo l'avviso del governo e invitiamo le autorità a rispettare questi diritti fondamentali".

Le fa eco Paikiasothy Saravanamuttu, direttore esecutivo del Centre for Policy Alternative (Cpa): "Il governo ha violato i principi fondamentali di una società democratica e dello Stato di diritto. Questo è un tentativo di reprimere le organizzazioni non governative e mettere a tacere un'opinione pubblica diversa dal mainstream. La società civile svolge un ruolo vitale nel sostegno al processo democratico in un Paese, e dovrebbe poter operare libera dalle interferenze del governo".

Per rimarcare la loro opposizione all'avviso, i manifestanti hanno bruciato i documenti ricevuti dalle rispettive associazioni.