P. Nithya: Fame ed estrema povertà frenano lo sviluppo umano dell'India
di Nirmala Carvalho
P. Nithya ofm commenta ad AsiaNews lo Human Development Report (Hdr) 2014. Basandosi sull'Indice di sviluppo umano, il documento classifica New Delhi al 135mo posto su 187 Paesi. Per il frate le promesse economiche del Primo ministro Narendra Modi sono "una presa in giro nei confronti dei più poveri e degli emarginati".

Mumbai (AsiaNews) - In termini di sviluppo umano, su scala mondiale l'India si piazza al 135mo posto su 187. È quanto emerge dallo Human Development Report (Hdr) 2014, presentato oggi a Tokyo (Giappone) dal Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite. Il rapporto suddivide i Paesi in quattro macro-categorie: molto alto (1-49), alto (50-102), medio (103-144) e basso (145-187). Contattato da AsiaNews, il frate cappuccino Nithya ofm riconduce la posizione medio-bassa "alla lunga strada che l'India deve ancora fare per eliminare la fame e l'estrema povertà".

Il rapporto si basa sull'Indice di sviluppo umano (Hdi), un indicatore macroeconomico calcolato secondo tre dimensioni: un vita lunga e sana (aspettativa di vita alla nascita); accesso alla conoscenza; standard di vita.

Tra il 1980 e il 2013, il valore dell'Hdi dell'India è migliorato dallo 0,369 allo 0,586. Tuttavia, resta il Paese "peggiore" tra i Brics: Brasile, Russia e Cina si sono piazzate tra i Paesi ad "alto sviluppo". Anche il Sudafrica è tra quelli "medi", ma si ferma al 118mo posto.

"In un Paese dove una persona su tre vive sotto la soglia di povertà - nota ad AsiaNews p. Nithya - lo slogan usato dal Primo ministro Narendra Modi, 'Con tutti, sviluppo per tutti' (sabka saath sabka vikas), è una presa in giro nei confronti dei più poveri e degli emarginati".

Questo slogan, spiega il frate, "può sembrare promettente. Ma in un Paese dove c'è una imbarazzante disparità tra miliardari da una parte e persone che faticano a sopravvivere dall'altra, si devono prendere misure straordinarie per aiutare i più bisognosi".

"L'India - aggiunge - non può dimenticare l'insegnamento di Gandhi, che diceva che non possiamo raggiungere il benessere di tutti se non iniziamo da quello degli ultimi. Altrimenti, in nome dello sviluppo, la salute e l'attenzione sugli investimenti continueranno a riversarsi solo nelle tasche dei ricchi".