Al via un film di Martin Scorsese sulla missione cristiana in Giappone
di Xin Yage
La pellicola, in preparazione da anni, narra la storia di un gesuita missionario portoghese che diviene apostata e collabora alla persecuzione dei cristiani. Sono coinvolti esperti laici e religiosi, soprattutto gesuiti. Le ricadute sulla Chiesa giapponese. Fra gli attori: Liam Neeson, Ken Watanabe, Adam Driver, Andrew Garfield ("l'Uomo ragno").

Taipei (AsiaNews) - A partire da settembre, il pluricelebrato regista Martin Scorsese sarà a Taiwan per la sua prossima opera cinematografica: un film che tratta della missione cristiana in Giappone durante il secolo XVII. Il film, già in programma da diversi anni, è basato sull'opera letteraria di un cattolico giapponese.

"Silenzio" è un famoso romanzo scritto dal giapponese Shusako Endo (1923-1996) nel 1966. Si basa sulla storia di Cristóvão Ferreira (1580-1650), gesuita missionario portoghese, provinciale della missione del Giappone, che in seguito alle torture aveva rinunciato alla fede cristiana anche per salvare il gruppo di cristiani arrestati con lui. L'apostasia ha avuto però come conseguenza il dovere di collaborare alla denuncia degli altri cristiani presenti sul territorio giapponese.

Numerosi sono gli esperti laici e religiosi coinvolti nel progetto di Scorsese. Da James Martin, della rivista 'America', già contattato dal team di preparazione, a Renzo de Luca - gesuita argentino da decenni in Giappone e direttore del Museo dei 26 martiri di Nagasaki - che aveva già incontrato il regista e discusso a lungo con lui le migliori modalità per realizzare il progetto. Sono coinvolti anche professori di storia e cultura giapponese appartenenti a diverse università di Taiwan, nonché esperti giapponesi che hanno già preparato dettagliate presentazioni storiche, per il team del regista, sul Giappone del XVII secolo.

Lo speciale catalizzatore delle forze di consulenza è il Kuangchi Program Service di Taipei (光啓社), società di produzione televisiva e cinematografica appartenente alla Compagnia di Gesù, soprattutto grazie a padre Jerry Martinson (丁松筠神父), anch'egli americano come Scorsese, ma ormai da quasi 50 anni in Asia dove è universalmente conosciuto per la lunga attività televisiva. La vastissima rete di conoscenze di Jerry facilita enormemente il lavoro necessario per la riuscita del film.

Anche padre Antoni Üçerler - gesuita docente di storia giapponese alla Sophia University di Tokyo e alla University of San Francisco in California - è stato chiamato dal team di Scorsese come consulente per gli aspetti storici del contesto riguardante la società giapponese e la missione della Compagnia di Gesù durante il periodo della grande persecuzione.

Egli racconta che "siccome la storia della preparazione del film si è rivelata alquanto lunga - almeno otto o dieci anni - sono stati stesi svariati contratti con attori molto diversi". Padre Üçerler aveva già avuto numerosi incontri con il team di pre-produzione oltre che con Benicio del Toro, a quell'epoca facente parte del cast. A causa del protrarsi dei tempi di produzione e di nuovi rinvii, il cast originale ha poi rinunciato, mentre sono entrati in gioco altri attori di primo piano come Liam Neeson, Ken Watanabe, Adam Driver ed Andrew Garfield (il giovane protagonista dell'ultima serie dell'Uomo ragno prodotta da Sony-Columbia).

"La mia preoccupazione - continua a raccontare padre Üçerler - riguarda la ricaduta sulla Chiesa giapponese dell'intera opera: che tipo di film verrà alla fine prodotto? Bisogna inoltre entrare nella cultura giapponese anche per quanto riguarda i più piccoli particolari artistici e scenografici: i giapponesi sono attentissimi a tutti i dettagli nelle loro soap operas ambientate in quel tempo, speriamo che questa produzione sia all'altezza della fama di Scorsese".

"Ma la cosa più importante - conclude - è penetrare nel nocciolo del dramma e del messaggio da esso derivante. Sia la vicenda reale, sia il romanzo (che presentano comunque differenze) sono qualcosa che richiedono la più grande attenzione da parte non solo di ogni gesuita, ma anche di ogni cristiano. In questo profondo dramma di apostasia, e poi nella tragedia derivante dalla persecuzione, alla fine si riconosce il fatto che Dio è comunque più grande di qualsiasi tradimento".