Il Patriarca maronita e il Gran muftì chiedono ai politici di superare le divisioni ed eleggere il nuovo presidente
Il card. Rai propone di eleggere un capo dello Stato che non appartenga alle opposte coalizioni. Qabbani accusa "i politici del Libano" di "essere vittime di arroganza e settarismo in ogni cosa". E parlando della situazione a Mosul ha sostenuto che la persecuzione dei cristiani là non è legata all'Islam.

Beirut (AsiaNews) - Due delle massime autorità religiose libanesi, il patriarca maronita Beshara Rai e il gran muftì Mohammed Rashid Qabbani sono intervenuti per chiedere alla politica di superare le divisioni per eleggere il presidente della Repubblica, vacante dal 25 maggio.

Il card. Rai, nell'omelia della messa celebrate ieri a Diman ha chiesto di eleggere un capo dello Stato che non appartenga alle opposte coalizioni dell'"8 marzo" e del "14 marzo". "Finché - ha detto - la coalizione del '14 marzo' non consentirà al candidato dell''8 marzo' di divenire presidente e viceversa, allora dovremmo scegliere un capo di Stato non affiliati a entrambe le alleanze".

E visto che il parlamento si è riunito invano nove volte per cercare di eleggere il successore del presidente Michel Suleiman, ma nelle ultime otto sessioni è mancato il  quorum, il cardinale ha duramente criticato i parlamentari per aver violato la Costituzione, in quanto non eleggono un nuovo presidente, accusando il presidente della Camera Nabih Berri di non convocare le sessioni parlamentari. "Il parlamento dovrebbe riunirsi ed eleggere un capo di Stato".

Da parte sua, oggi, il Gran Mufti Sheikh Mohammed Rashid Qabbani nel suo sermone per l'Eid al-Fitr nella moschea Mohammed al-Amin di Beirut ha accusato "i politici del Libano" di "essere vittime di arroganza e settarismo in ogni cosa", chiedendo l'elezione di un presidente e lo svolgimento di elezioni parlamentari dopo un accordo su una legge elettorale che rappresenti tutti i gruppi e non solo la maggioranza.

"I libanesi, arabi e musulmani sanno bene quanto la divisione ci è costata, abbiamo pagato un caro prezzo". "La Palestina - ha aggiunto - è stata persa a causa della nostra debolezza e delle nostre divisioni".

Rivolgendosi ad arabi e musulmani, Qabbani ha chiesto: "Che cosa hai fatto per resistere al nemico sionista?" e ha chiamato al "Jihad per liberare i territori occupati" .
Parlando infine della situazione a Mosul, Qabbani ha sostenuto che la persecuzione dei cristiani là non è legata all'Islam.