Israele dichiara sette ore di tregua "umanitaria" dopo l'uccisione di 10 persone in una scuola di Gaza
L'esercito rivendica di aver ucciso tre militanti. Ban Ki-moon: Un oltraggio morale e un atto criminale. Critiche da Usa, Francia, Gran Bretagna. Sale ancora il bilancio dei morti: 1820 palestinesi, dei quali almeno 400 sono bambini; fra gli israeliani 64 militari e tre civili uccisi. Israele rifiuta di recarsi al Cairo.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Israele ha annunciato per oggi una tregua unilaterale di sette ore, dopo una serie di critiche seguite a un attacco contro una scuola dell'Onu, che ha fatto 10 morti (v. foto).

L'esercito israeliano ha chiarito che la "finestra umanitaria" sarà applicata dalle 10 fino alle 17 di oggi in quasi tutta la Striscia, esclusa Rafah "dove vi sono ancora scontri e dove vi è una presenza militare israeliana". L'esercito ha anche dichiarato che "risponderà ad ogni tentativo di sfruttare la finestra" per attaccarre civili e  militari e ha detto che gli abitanti di Abasan al Kabira e Abasan al Saghira, vicino a Khan Younes possono ritornare a casa.

Il portavoce di Hamas considera la tregua unilaterale "un tentativo di distogliere l'attenzione dai massacri di Israele".

Ieri un raid aereo ha ucciso 10 palestinesi vicino ad una scuola dell'Onu, usata come rifugio per gli sfollati. L'esercito israeliano rivendica di aver ucciso tre membri del Jihad islamico che in motocicletta viaggiavano "nelle vicinanze" dell'edificio dell'Onu a Rafah. La scuola ospita 3 mila degli oltre 250 mila sfollati palestinesi. Israele accusa i militanti islamici di usare le strutture dell'Onu e le case civili per nascondere armi. Ma proprio quella scuola aveva diverse volte denunciato e allontanato la presenza di munizioni.

Il segretario dell'Onu Ban Ki-moon ha definito l'azione militare contro la scuola "un oltraggio morale e un atto criminale". Critiche a Israele sono giunte da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Intanto, stamane, alcuni raid su Gaza hanno ucciso altre 11 persone, fra cui anche un comandante del Jihad islamico. Il bilancio dei morti, dall'inizio dell'operazione "Confine protettivo", è di 1820 morti fra i palestinesi. Di questi almeno 400 sono bambini. Fra gli israeliani i civili uccisi sono tre, dei quali uno è un thailandese migrante. La maggioranza delle vittime, 64, sono militari.

Intanto, senza troppo successo, continuano gli sforzi diplomatici. Una delegazione palestinesi al Cairo ha incontrato rappresentanti egiziani e Usa, ma Israele ha deciso di non inviare nessun suo rappresentante. I palestinesi chiedono un cessate-il-fuoco, il ritiro delle truppe di Israele da Gaza, la fine del blocco e l'apertura di tutti i passaggi.

Due giorni fa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che l'operazione a Gaza continuerà fino alla totale distruzione dei tunnel sotterranei e fino ad assicurare tranquillità ai suoi cittadini che vivono vicino al confine. Egli ha consigliato la comunità internazionale di legare la ricostruzione di Gaza alla demilitarizzazione del territorio.

In queste settimane Da Gaza 2560 razzi hanno colpito il suolo israeliano; 556 sono stati intercettati dal sistema anti-missilistico Iron Dome.

L'esercito israeliano ha compiuto 4mila assalti e ha reso inabilitabili almeno 10mila case; scuole, centri medici, moschee, parchi, una centrale elettrica, acquedotto e fogne hanno subito danni ingenti.