Sri Lanka, il "popolo della foresta": Aiutateci a preservare la nostra identità culturale
di Melani Manel Perera
Il popolo vedda chiede al governo il rispetto delle loro tradizioni e la concessione a usare parte delle foreste per cacciare. Essi sono la popolazione aborigena più antica dello Sri Lanka, diretti discendenti della comunità neolitica che abitava l'isola.

Dambana (AsiaNews) - Proteggere la propria identità culturale e il proprio patrimonio di lingua, religione e tradizioni. Lo chiedono al governo le comunità vedda, il "popolo della foresta", la più antica popolazione aborigena dello Sri Lanka. In occasione della Giornata mondiale dei popoli indigeni, celebrata il 9 agosto scorso, i membri di questo gruppo si sono radunati nel villaggio-giungla Dambana (distretto di Mahiyangana) per festeggiare insieme.

I vedda discendono dalle comunità neolitiche che abitavano l'isola. Dediti alla caccia e alla raccolta, dotati di una propria lingua e animisti, con le continue invasioni dall'India i membri di questo gruppo sono stati costretti a trasferirsi nelle foreste. Nel tempo molti di loro sono stati "assimilati" dai tamil e dai singalesi, fondendo con essi le proprie tradizioni. Oggi le comunità che vivono nelle zone interne dello Sri Lanka praticano un culto che mescola animismo e buddismo, e animismo e induismo quelle della costa orientale.

La guerra civile e lo sviluppo del Paese hanno però colpito i vedda, che sentono minacciata la loro identità culturale. Per questo motivo, per la prima volta il gruppo ha organizzato il raduno senza i fondi del governo, ma con il solo sostegno economico della Dilmah Conservation. "Preferiamo - spiega ad AsiaNews Vishva Keerthi Sri Vanaspathi Uru Varige Vannilaeththo, capo di una delle comunità presenti - che quei soldi siano investiti in progetti di sviluppo e di istruzione, e non sprecati in cerimonie pompose".

"Sempre più spesso - racconta - ci scontriamo con il governo per questioni legate alla terra. Vorremmo un accordo che ci permetta di usare le foreste almeno in modo parziale. Per noi la foresta è casa, scuola, tempio, ospedale, tutto. È qui che cacciamo, e se non ci viene permesso non sappiamo come sopravvivere".

Nallathambige Velaudhan, leader della comunità di Vakarai, confessa un sogno: "Prima della mia morte vorrei che il governo esaudisse un desiderio: permettere di inserire 'vedda' o 'persona indigena' in tutti i nostri certificati di nascita e nei documenti d'identità". Fino a oggi queste persone sono tutte registrate come tamil o singalesi.

"È molto importante - sottolinea Kamala Atharagalla, ricercatrice singalese esperta di comunità aborigene - che il governo preservi l'identità culturale dei vedda. Anche la loro lingua dovrebbe essere salvaguardata, insegnandola almeno nelle scuole frequentate dai loro bambini".

Secondo gli ultimi dati noti i vedda oggi sono poco circa 500.000.