Cliniche per l'infertilità, l'altra faccia della maternità surrogata in India
In tre anni il numero delle strutture è salito del 20%. Nel Paese non è cresciuta l'infertilità, ma il numero di persone (64%) che preferisce ricorrere alla fecondazione assistita o a un "utero in affitto". La surrogazione inizia a diffondersi anche tra le coppie indiane.

New Delhi (AsiaNews) - In tre anni il numero di cliniche per l'infertilità è salito del 20%. I dati sono stati raccolti dall'Indian Society for Assisted Reproduction (Isar ) tra il 2010 e il 2012, per il National ART Registry of India (Nari), unico registro volontario nazionale. Secondo gli esperti, è interessante notare come l'aumento di queste strutture non sembra essere legato a un incremento dell'infertilità in India.

Piuttosto, sempre più persone - il 64% - preferiscono usare tecniche di riproduzione assistita usando embrioni congelati. La scelta sta tra il farseli impiantare nel momento "più opportuno", o ricorrere a una madre surrogata. Secondo i dati raccolti, nell'arco dei tre anni l'uso di embrioni congelati è aumentato del 66%.

Il Karnataka è lo Stato dove avvengono più trattamenti, seguito dal Maharashtra e dal Tamil Nadu. Il Maharashtra è anche "leader" nel numero di cliniche presenti sul territorio.

Il numero di coppie che sceglie la maternità surrogata è salito del 44% tra il 2010 e il 2012. "Merito - sostiene il dott. Duru Shah, ex presidente dell'Isar - delle tante celebrità che hanno iniziato ad ammettere di ricorrere alla surrogazione. Questo ha fatto sì che molte coppie indiane si siano interessate alla pratica, che fino a poco tempo fa era ricercata solo dagli stranieri".

In India la surrogazione di maternità è diventata legale nel 2002, ma ancora oggi non è regolamentata e questo può causare casi limite, nei quali il nascituro è ridotto alla stregua di un oggetto. In genere le donne usate come "utero in affitto" provengono da ambienti molto poveri, una condizione che permette a queste cliniche di manipolarle con maggiore facilità.