Manila, la Chiesa lancia corsi di avviamento al lavoro per fermare l'esodo dei filippini
A causa della disoccupazione galoppante, oltre 13 milioni di cittadini vivono all'estero e mandano una parte dello stipendio a casa. Per stimolare i familiari di queste persone a rendersi indipendenti, la Commissione episcopale filippina per la cura dei migranti ha ideato una serie di iniziative per migliorarne le capacità lavorative. Si inizia da Mindanao e Luzon.

Manila (AsiaNews) - Per cercare di rendere indipendenti i familiari di coloro che vivono e lavorano all'estero, la Commissione episcopale filippina per la cura dei migranti ha deciso di lanciare una serie di iniziative per "inserire nel mondo del lavoro" le famiglie meno abbienti delle zona di Luzon e di Mindanao. Lo ha annunciato il presidente della Commissione e vescovo di Balanga, mons. Ruperto C. Santos, in un'intervista a Radio Veritas. I seminari puntano a "migliorare le capacità di queste persone, liberandole dalla dipendenza delle rimesse dall'estero".

Secondo i dati della Commissione governativa per i filippini d'oltremare, al momento ci sono circa 13 milioni di concittadini che vivono all'estero: di questi, più di due milioni sono registrati come lavoratori migranti. Tuttavia è "molto alta" la possibilità che anche gli altri siano impiegati in Paesi stranieri, ma "non registrati per motivi legali o di sfruttamento del lavoro". Gli economisti nazionali puntano il dito contro la disoccupazione nelle Filippine, che di fatto "costringe chi cerca un lavoro ad andarsene".

L'altro lato di questa medaglia è rappresentato dalle famiglie di questi lavoratori, che sempre più spesso puntano tutto sugli stipendi che arrivano dai propri cari. Secondo mons. Santos, lo scopo del programma è appunto quello di "migliorare le capacità di guadagno di queste persone e il loro stile di vita. Siamo in contatto con l'Autorità governativa per l'istruzione tecnica e con altre organizzazioni, che forniranno i materiali per i corsi e indicheranno le priorità da seguire".

Al momento le zone interessate sono quelle di Mindanao e Luzon, ma "entro novembre arriveremo nelle diocesi di Dipolog, Pagadian, Iligan e Ozamiz. Lo scopo finale, il vero desiderio è che al più presto i filippini non saranno costretti a lasciare i propri cari per cercare 'pascoli più verdi' dove poter guadagnarsi il salario".