Vaticano e Vietnam tornano a incontrarsi per migliorare rapporti bilaterali e vita dei cattolici
di Thanh Thuy
Il 10 e 11 settembre a Hanoi il quinto incontro del Gruppo di lavoro congiunto. Sul tavolo la questione dei pieni rapporti diplomatici e il problema del rispetto della libertà religiosa, fortemente limitata.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - "Approfondire e sviluppare i rapporti bilaterali" è l'obiettivo del quinto incontro del Gruppo di lavoro congiunto tra Vaticano e Vietnam che si terrà a Hanoi il 10 e 11 settembre. In tal senso si è espressa Phạm Thu Hằng, vice-portavoce del Ministero degli esteri vietnamita. Analogamente padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede ha dichiarato che "la riunione servirà ad approfondire e sviluppare le relazione bilaterali tra il Vietnam e la Santa Sede". 

Guidate rispettivamente da Bùi Thanh Sơn, viceministro degli esteri e da mons. Antonio Camilleri, sottosegretario per i rapporti con gli Stati, le due delegazioni hanno sul tavolo la questione dei pieni rapporti diplomatici, interrotti dopo la "liberazione" di Saigon, nel 1975, e la situazione dei cattolici vietnamiti.

Dopo un periodo particolarmente duro, da anni è in corso un cammino di riavvicinamento, culminato nel 2011 con la nomina di mons. Leopoldo Girelli a rappresentante pontificio non residente in Vietnam.

Resta sul tappeto la questione del rispetto della libertà religiosa, fortemente limitata, dei cattolici, che sono circa l'8 per cento della popolazione. Più volte la Santa Sede ha rilevato le violazioni della libertà religiosa e Papa Francesco, a marzo di quest'anno ha parlato della situazione dei cattolici, ricevendo il presidente del Parlamento vietnamita, Nguyen Sinh Hung. Benedetto XVI incontrando nel 2009 i vescovi vietnamiti aveva detto che dietro "un buon cattolico c'è un buon cittadino", che "la Chiesa contribuisce allo sviluppo umano e spirituale delle persone, ma anche allo sviluppo del Paese" e che "non intende sostituirsi al governo, ma ricerca unicamente - in spirito di dialogo e di cooperazione rispettosa - di prendere in giusta parte alla vita della nazione". E papa Francesco, nel corso della VI Giornata asiatica della Gioventù ha ripetuto che i governi dei Paesi asiatici non debbono temere la Santa Sede: "Non devono pensare 'questi vengono come concorrenti o conquistatori, non vengono a toglierci identità ma vogliono camminare con noi". E "la Chiesa vuole il dialogo con gli Stati, in spirito di apertura e dialogo".