I migranti interni del Bangladesh, divisi tra problemi coniugali e perdita delle radici
di Sumon Corraya
Il parroco della chiesa De Mazenod a Dhaka racconta ad AsiaNews le sfide che i suoi fedeli devono affrontare. La comunità è formata da persone provenienti da altre diocesi del Paese. La lontananza e la necessità di lavorare generano difficoltà nella coppia, tradimenti e problemi anche alla vita spirituale.

Dhaka (AsiaNews) - Problemi in famiglia, soprattutto nei rapporti tra marito e moglie, e perdita delle proprie "radici": sono queste le sfide principali che devono affrontare i fedeli della chiesa De Mazenod a Dhaka. I membri della comunità - circa 10mila persone - sono tutti migranti interni, provenienti da diverse diocesi del Bangladesh. La chiesa è retta dagli Oblati di Maria Immacolata (Omi) e si trova nell'area di Gulshan e Baridhara, quartieri dove vivono le persone più ricche del Paese, diplomatici e ambasciatori.

Le diocesi di provenienza più comuni sono quella di Rajshahi e di Mymensingh. I migranti sono tutti impiegati nel settore terziario: cuochi, domestici, giardinieri, estetiste, custodi e impiegati sono le professioni più diffuse.

"All'inizio - racconta ad AsiaNews p. Ajit V. Costa, il parroco - molte persone venivano in chiesa regolarmente, dando spesso una mano. Collaboravano con la varie iniziative che proponevamo. Con il tempo, le visite si sono diradate".

La sig.ra Momota Gomes, una parrocchiana, spiega: "Facendo la casalinga posso andare in chiesa quando voglio, ma molti non possono venire neanche al servizio domenicale per via del lavoro". È il caso di Ripon Rozario, un autista: "Lavoro per una compagnia privata e non posso assentarmi. Posso andare a messa solo a Natale o a Pasqua: sono un migrante e ho bisogno di soldi per mandarli ai miei genitori, ma così la mia vita spirituale ne risente".

Un altro problema notato da p. Costa riguarda "i rapporti tra moglie e marito. Molti hanno iniziato ad allentarsi e tante coppie, o singoli, sono venuti da me per parlare delle loro difficoltà coniugali". Secondo il sacerdote, esse sono sorte "per mancanza di tempo di qualità passato insieme dalla coppia".

Molti migranti poi, soprattutto uomini, "non riescono a rispettare la sacralità del vincolo matrimoniale. Diversi di loro lasciano la moglie al villaggio, perché non possono permettersi di mantenere l'intera famiglia per via del costo della vita in città. Ma poi finiscono con avere relazioni extraconiugali con donne di Dhaka".

"Per molti di loro - nota poi p. Costa - i rapporti con i loro villaggi di origine si sono sfilacciati. Questo ha fatto sì che molte famiglie non si prendano più cura dei propri anziani genitori rimasti lontani".