Accordo Modi-Xi Jinping, una "lezione di democrazia" per la Cina
Il direttore del People's Vigilance Committee for Human Rights giudica in modo positivo le nuove relazioni intrattenute da Pechino e Delhi. Xi Jinping ha promesso investimenti da 20 miliardi di dollari, spalmati nei prossimi cinque anni.

New Delhi (AsiaNews) - Un passo "positivo", che può "rafforzare il pluralismo dell'India e lasciare che la Cina impari qualcosa dalla nostra democrazia". Ad AsiaNews Lenin Raghuvanshi, direttore del People's Vigilance Committee for Human Rights, giudica così il nuovo capitolo nelle relazioni tra Pechino e Delhi, che porta la firma del Primo ministro indiano Narendra Modi e del presidente cinese Xi Jinping.

Dopo la promessa "strappata" al premier nipponico Shinzo Abe - in prestiti e investimenti dal valore di 33 miliardi di dollari -, Modi è riuscito a ottenere anche quella di Xi: 20 miliardi di dollari in investimenti nei prossimi cinque anni.

Oltre a segnare la fine del mondo "unipolare" guidato dagli Stati Uniti, gli accordi "indiani" dei due leader dell'estremo oriente hanno dato i frutti di cui Modi ha bisogno per rispettare l'obiettivo di portare 1.000 miliardi di dollari in investimenti entro il 2017, necessari per rilanciare la crescita del Paese. "L'India - sottolinea ad AsiaNews Raghuvanshi - ha bisogno di sviluppare le infrastrutture e creare nuove fabbriche per il mercato globale".

Oltretutto, nota l'attivista per i diritti umani, "questa apertura farà bene anche a noi. Se l'economia indiana ottiene il sostegno di altri Paesi esteri, questo crea dinamiche completamente differenti all'interno del Paese e favorirà il pluralismo della nostra democrazia. Evitando che certe spinte, soprattutto quelle più radicali, prevalgano su altre".