Nepal, buddisti e animalisti contro il massacro di animali in nome di Durga
di Christopher Sharma
Nel Paese si è aperta la festa induista di Dashain, la più importante e la più lunga di tutte. Essa celebra la nascita e la vittoria della dea Durga contro un demone malvagio. Per sostenere la divinità, ogni anno centinaia di migliaia di animali vengono sgozzati per fornire il sangue fresco sugli altari. Leader indù: "Pratica molto importante, ma forse dovremo ripensare le nostre tradizioni".

Kathmandu (AsiaNews) - La celebrazione della grande festa indù di Dashain ha scatenato diverse polemiche in Nepal, con i leader buddisti e ambientalisti che chiedono alla comunità di maggioranza di smetterla di sgozzare animali per sacrificarne il sangue in riti "che non hanno più senso". Da parte loro, gli indù rispondono difendendo le proprie tradizioni: "Per cambiare quanto avviene durante la festa, ci vorrà parecchio tempo".  

La festa di Dashain è la più importante e la più lunga di tutto il Nepal. Essa dura 15 giorni consecutivi in cui i nepalesi di tutto il mondo cercano di tornare a casa e stare in famiglia. Gli uffici pubblici e statali sono chiusi per tutto il periodo, così come le scuole e le università. La festa celebra la vittoria del bene contro il male e la nascita della dea Durga, creata per sconfiggere il demone Mahishasura e interrompere il suo regno di terrore nel mondo divino e umano. I primi nove giorni del Dashain simbolizzano la battaglia fra i due: ecco perché nell'ottavo e nel nono giorno si sacrifica il sangue fresco degli animali, un dono "ricostituente" per la dea impegnata nelle fasi finali dello scontro.

Secondo la tradizione, inoltre, la carne delle bestie uccise non può essere venduta ma consumata durante i festeggiamenti: molta, però, va sprecata. Anche per questo, denunciano gli animalisti, si tratta di una pratica disumana: "Un animale commestibile che viene ucciso per essere mangiato è una cosa comprensibile, anche se siamo contrari. Ma uno spreco del genere proprio no". Anche se non vi sono statistiche ufficiali sul numero di animali uccisi nel corso della festa, diversi esperti del settore parlano di "milioni di animali uccisi" fra cui bufali, capre, piccioni e anatre.

Il monaco Ananda, leader di una comunità buddista locale, dice: "Lottiamo da tempo contro la morte degli animali, e possiamo dire con soddisfazione che anche grazie alla nostra sensibilizzazione il numero è sceso. Noi non abbiamo alcun problema con la festa in sé: ci permettiamo però di suggerire l'uso di offerte floreali o di frutta. Anche perché uccidere animali con violenza porta un cattivo esempio anche per i giovani".

Govinda Tondon, esperto di induismo e fedele, dice: "Nessuna religione chiede violenza, pace e compassione sono sempre il cuore della fede. Ma nell'induismo esistono alcune pratiche tradizionali molto antiche, e noi crediamo che la dea Durga sia felice per l'offerta di sangue fresco. Certo, possiamo iniziare a ripensare questa tradizione. Ma ci vorrà del tempo, e soprattutto sarà un cambiamento graduale".