Sri Lanka, la polizia blocca un corso per giornalisti: "Vogliono metterci a tacere"
di Melani Manel Perera
La Professional Web Journalist Association (Pwja) accusa il governo di voler mettere a tacere gli operatori dei media indipendenti. È la quarta volta in tre mesi che le autorità impediscono lo svolgimento di un seminario per giornalisti.

Colombo (AsiaNews) - Per la quarta volta in tre mesi, il governo dello Sri Lanka "ha sabotato" un corso di formazione per giornalisti. La denuncia arriva dalla Professional Web Journalist Association (Pwja), organizzatrice del seminario. Secondo i responsabili della Pwja, quanto accaduto è l'ennesimo atto intimidatorio compiuto dalle autorità dell'isola per mettere a tacere gli operatori dei media indipendenti.

Il corso - sulla sicurezza digitale e il codice etico dell'informazione sul web - si sarebbe dovuto tenere il 27 e il 28 settembre scorso al Rani Beach Hotel di Negombo, cittadina costiera a 38 chilometri dalla capitale Colombo.

Freddy Gamage, presidente della Pwja e giornalista di Meepura, racconta ad AsiaNews: "La mattina ho ricevuto una telefonata da un funzionario della Divisione investigativa dell'antiterrorismo (Tid). Mi ha comunicato che un gruppo, chiamato Nation Building Union, stava circondando l'hotel: la polizia non poteva garantire la sicurezza dei partecipanti e per questo non potevamo tenere il corso". Inoltre, agenti in borghese avrebbero anche intimato al proprietario del Rani Beach Hotel di non lasciar tenere il corso, perché "civili stavano per arrivare e manifestare, creando confusione".

Ieri il portavoce della polizia Ajith Rohana ha negato l'accusa, dicendo che "le forze dell'ordine non hanno alcun coinvolgimento". Il titolare dell'albergo si è rifiutato di commentare l'accaduto.

Lo scorso luglio il ministero srilankese della Difese ha emesso una nota d'avvertimento nella quale si vieta alle Ong e alle organizzazioni della società civile di intraprendere qualsiasi attività che esuli dai compiti specifici dell'organizzazione. In particolare, si chiede di non organizzare conferenze stampa; diffondere comunicati stampa; organizzare corsi di giornalismo e laboratori per chi lavora nei media. La nota è stata poi spedita a tutte le Ong.