Verso il Sinodo: La Papua tra famiglia allargata, poligamia e sterilizzazione di massa
di Giorgio Licini*
In partenza per Roma, il presidente della Conferenza episcopale di papua Nuova Guinea e Isole Salomone illustra i temi "caldi" per la popolazione. "Le persone si sentono tagliate fuori dalla Chiesa; necessario un approccio piĆ¹ flessibile". Fermo no alla contraccezione artificiale.

Port Moresby (AsiaNews) - "Abbiamo bisogno di sottolineare la debolezza e, allo stesso tempo, la complessità della famiglia nel contesto melanesiano". È quanto ha detto mons. Arnold Orawae, vescovo cattolico di Wabang (provincia di Enga), nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Port Moresby, poche ore prima di imbarcarsi per Roma, per partecipare all'incontro internazionale (Sinodo) dei leader cattolici con papa Francesco sulla famiglia. Mons. Arnold rappresenterà la Papua Nuova Guinea e le Isole Salomone in quanto presidente della Conferenza episcopale dei due Paesi.

"Le persone si sentono tagliate fuori dalla Chiesa - ha detto - quando non possono partecipare appiano alla sua vita, inclusi i Sacramenti. In tal senso, abbiamo bisogno di un approccio flessibile, considerando la varietà di situazioni e il cammino spirituale personale [di ciascuno]". Mons. Arnold (v. foto) ha rivelato che nel tempo riservatogli per il suo intervento al Sinodo, egli intende spiegare che l'idea di una "famiglia nucleare" di genitori con pochi figli appartiene solo alla cultura e allo stile di vita occidentali.

Nella maggior parte del mondo, inclusa la Melanesia, la famiglia è una rete di relazioni molto più complessa, che comprende parenti vicini e lontani. Anche questi hanno responsabilità e per questo anch'essi gioiscono o soffrono per il successo o il fallimento di uno specifico matrimonio. In alcune società matrilineari della Melanesia, la responsabilità dell'educazione e del benessere dei figli ricade sugli zii materni piuttosto che sul padre biologico della prole.

Interrogato sulla questione della poligamia, mons. Orawae ha ammesso che la pratica è contraria alla rivelazione cristiana. Tuttavia, sono richiesti pazienza e un cammino graduale per superare costumi sociali radicati. Epidemie, calamità naturali, lotte tribali a volte creano squilibrio di genere e le condizioni per la poligamia.

Per quanto riguarda la contraccezione, la Chiesa tende a sostenere ciò che è "naturale". Durante la stessa conferenza stampa John e Lucy Lavu, attivisti per l'apostolato della famiglia, hanno sottolineato il fatto che i metodi naturali di pianificazione familiare hanno successo nelle coppie impegnate e motivate. Le campagne aggressive per la contraccezione e la sterilizzazione di massa nelle aree rurali non riescono a fornire alle ragazze adolescenti e alle donne, per non parlare dei partner maschili, una scelta informata. In apparenza, [ciò avviene] di proposito; e con grandi guadagni finanziari per alcuni. "Allora le persone si rivolgono a noi. Possiamo dare consigli, ma difficilmente riparare il danno fatto ai loro corpi", ha spiegato la signora Lavu.

 

*Missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere in Papua Nuova Guinea