Vescovo bangladeshi: Cristiani e musulmani uniti nel segno di Abramo
di Sumon Corraya
Il presidente della Commissione episcopale per l'unità cristiana e il dialogo interreligioso fa gli auguri alla comunità islamica per l'Eid al-Adha, la "Festa del sacrificio". Essa onora la disponibilità del profeta a sacrificare suo figlio Ismaele.

Sylhet (AsiaNews) - "Tutti noi, cristiani e musulmani, rispettiamo il profeta Abramo. In questa nostra comune ammirazione dobbiamo trovare la via per amarci gli uni con gli altri". È l'invito lanciato da mons. Bejoy D'Cruze omi, presidente della Commissione episcopale per l'unità cristiana e il dialogo interreligioso in Bangladesh, in occasione dell'Eid al-Adha, la "Festa del sacrificio" dell'islam. Quest'anno la festa è iniziata ieri e terminerà domani.

La celebrazione (la seconda più importante insieme all'Eid al-Fitr) onora la disponibilità di Abramo di sacrificare suo figlio Ismaele, come atto di sottomissione al comando di Dio. Per questo, ogni anno durante l'Eid al-Adha i musulmani praticano il korbani, il sacrificio di animali.

"Uno degli insegnamenti più grandi di questa festa - spiega ad AsiaNews mons. Bejoy - è amare fratelli, parenti, vicini, poveri e vulnerabili. Per questo, il korbani prevede la divisione dell'animale in tre parti: una per sé, una per i familiari e l'ultima per i più bisognosi. Molti pensano che, attraverso l'uccisione dell'animale, si eliminano anche invidia, lussuria, egoismo e cupidigia".

Il presule, che è anche vescovo della diocesi di Sylhet, ricorda le cose che cristiani e musulmani hanno in comune: "Entrambi credono fermamente in un solo Dio e rispettano Gesù e Maria. Crediamo nei profeti, nelle Sacre Scritture, nel sacrificio, nel perdono e nel benessere dell'altro. Le nostre spiritualità hanno una profonda relazione e dovremmo applicarle per fermare guerre e conflitti, e fare in modo che la pace possa portare un sorriso sul volto dei più deboli".