Patriarca Rai: la proroga del Parlamento "è illegale" e "contraria alla Costituzione"
di Paul Dakiki
Con 95 voti favorevoli su 97 presenti, la Camera ha prorogato il proprio mandato di due anni e sette mesi. C'è chi vi vede un accordo tra le opposte fazioni per eleggere il capo dello Stato e arrivare a una nuova legge elettorale. Commenti negativi quelle degli ambasciatori di Usa ed Europa.

Beirut (AsiaNews) - "La proroga è illegale, è contraria alla Costituzione e al Patto nazionale". La reazione del patriarca maronita Bechara Boutros Rai alla decisione presa ieri dal Parlamento libanese di prorogare il proprio mandato di due anni e sette mesi è una delle più nette - insieme a quelle degli ambasciatori di Usa ed Europa - di fronte a una decisione che il mondo politico vuole indicare come una via per un accordo tra le opposte fazioni.

La decisione di prorogare il proprio mandato ha in effetti visto un voto quasi unanime di una Camera incapace, da mesi, di eleggere un nuovo capo di Stato. A favore hanno infatti votato 95 dei 97 presenti, con l'assenza previsto di 30 parlamentari. I parlamentari eletti nel 2009 hanno così deciso la seconda proroga del loro mandato, dopo quella del maggio 2013.

La decisione, rilevano i commentatori, è giunta giorni dopo che il leader di Hezbollah, Sayyed Narallah ha offerto cooperazione ai rivali del Future Movement per difendere il Libano dalle crescenti minacce legate ai conflitti in corso nella regione, mentre il leader del Movement, Saad Hariri, si è detto pronto a collaborare con tutti, compreso Hezbollah, per superare l'impasse che da cinque mesi impedisce la scelta di un presidente della Repubblica.

Il provvedimento che proroga il Parlamento, di fatto contiene una norma per la quale "una volta eletto un presidente, approvata una nuova legge elettorale e terminate le circostanze straordinarie, il periodo di proroga sarà ridotto e si terranno le elezioni politiche".

Ma a fronte di chi vede in tali affermazioni le ragioni per valutare positivamente la decisione della Camera, c'è chi ritiene che neanche ora si arriverà a eleggere il presidente della Repubblica, figura chiave nel composito sistema politico libanese, perché essa in realtà dipende da un accordo tra Iran e Arabia Saudita, che sono alle spalle degli sciiti di Hezbollah e dei sunniti di Hariri.

E c'è, infine, che, come il patriarca Rai, evidenzia una violazione delle regole democratiche. Se ieri erano poche decine gli attivisti che hanno innalzato striscioni che denunciavano "l'occupazione" del Parlamento, l'ambasciatore statunitense David Hale ha espresso "rammarico" per la decisione, mentre l'ambasciatrice dell'Unione europea, Angelina Eichhorst, ha parlato di "un giorno triste nella storia costituzionale del Libano".