Vertice Apec, prima stretta di mano fra Cina e Giappone
I leader delle due nazioni asiatiche, in evidente disagio, si mostrano ai fotografi dopo un dialogo bilaterale per cercare di risolvere la questione delle isole contese. Pechino vuole ancora le scuse di Tokyo per i massacri compiuti durante l'occupazione e la rimozione dei nomi dei criminali di guerra dal santuario di Yasukuni.

Pechino (AsiaNews) - Dopo oltre due anni di altissime tensioni territoriali e provocazioni bilaterali, i leader di Cina e Giappone si sono incontrati per la prima volta. Xi Jinping e Shinzo Abe si sono stretti la mano a favore dei fotografi durante il vertice dell'Apec (Asia-Pacific Economic Co-Operation) in corso a Pechino. I dialoghi fra i due, recita un comunicato ufficiale approvato da entrambi i lati, rappresentano "un primo passo verso il miglioramento dei rapporti comuni".

Tokyo e Pechino non sono mai stati buoni vicini. Sin dall'occupazione giapponese della Cina, negli anni Trenta del secolo scorso, i rapporti fra le due nazioni vicine sono stati tesi se non di conflitto aperto. La questione delle riparazioni di guerra, la richiesta di scuse ufficiali per i massacri compiuti dal Sol Levante nel sud della Cina e quella di rimuovere i nomi dei 14 criminali di guerra giapponesi dal santuario dello Yasukuni sono rimaste aperte sin dalla capitolazione nipponica del 1945.

Tra alti e bassi, i due hanno convissuto in maniera abbastanza pacifica. Tuttavia le cose sono peggiorate in maniera sensibile nel settembre del 2012, quando il governo di Tokyo ha "comprato" un gruppetto di isole contese da un privato, fino ad allora "gestore" del territorio, su cui Pechino rivendica sovranità. Le isole - note in giapponese come "Senkaku" e in cinese come "Diaoyu" - hanno un valore strategico relativo e potrebbero ospitare un sottosuolo ricco di risorse energetiche e minerarie.

La compravendita ha scatenato le ire del governo cinese, che ha iniziato a inviare pattuglie navali e aeree nella zona e a proclamare la propria sovranità sulle isole. In diverse occasioni i militari di Pechino hanno incontrato la controparte nipponica, e in almeno tre momenti si è arrivati molto vicini a uno scontro diretto.  

Lo scorso 7 novembre i due governi hanno emesso un comunicato congiunto in cui si "accordano per prevenire possibili escalation di tensione". Anche se di fatto il testo non presenta soluzioni possibili per risolvere la crisi - e le isole vengono chiamate con nomi diversi a seconda del firmatario - per il premier Abe si tratta di "una vera possibilità di tornare a relazioni positive per entrambi, basate su interessi strategici".

Gli analisti cinesi fanno notare però che nella foto in cui i due leader si stringono la mano (v. sopra) il presidente cinese sia "chiaramente a disagio". In effetti i due non si guardano negli occhi e non guardano neanche nella stessa direzione. Inoltre i filmati dell'evento mostrano Xi Jinping che non risponde ai tentativi di dialogo della controparte, e si allontana subito dopo gli scatti dei fotografi.