West Java: estremisti islamici impediscono ai cattolici di celebrare messa
di Mathias Hariyadi
Membri del Fronte di difesa islamico (Fpi) e di Formasi hanno bloccato le celebrazioni del 9 novembre. Il parroco di santa Odilia evita la devastazione del luogo di culto rimuovendo per tempo gli oggetti sacri. In precedenza era finita nel mirino la comunità protestante. Prima sfida in tema di libertà religiosa per il presidente riformista Jokowi.

Jakarta (AsiaNews) - Dopo aver attaccato la comunità protestante, gruppi estremisti del Fronte di difesa islamico (Fpi) e del Formasi (Forum della comunità islamica indonesiana) hanno colpito i cattolici, bloccando le funzioni del fine settimana e impedendo ai fedeli di riunirsi e celebrare messa. A lanciare l'allarme una serie di sms che hanno iniziato a circolare nei giorni scorsi e confermati poi da p. Saptono, sacerdote della parrocchia di santa Odilia a Cinunuk, nella reggenza di Bandung (provincia di West Java). Teatro del raid, avvenuto il 9 novembre scorso, il complesso di san Carlo Borromeo, circondato da dozzine di estremisti che - lanciando slogan ingiuriosi e messaggi in stile mafioso - hanno impedito di celebrare i riti della domenica. 

Gli affiliati del Fpi e del Formasi hanno minacciato di incendiare la struttura se, in futuro, verranno celebrate altre messe o funzioni cristiane. Per scongiurare danni peggiori, il sacerdote - mentre era impegnato in una discussione con alcuni rappresentati dei gruppi estremisti - ha chiesto ai fedeli di rimuovere gli oggetti sacri e i simboli della fede. 

Una mossa che ha convinto gli estremisti a frenare la loro follia devastatrice, a fronte della promessa da parte del sacerdote che non vi sarebbero più state celebrazioni nella struttura. Rivolgendosi ai fedeli, p. Saptono parla di evento "scioccante" per una comunità privata del proprio diritto alla preghiera e alla libera pratica del culto "dopo 16 anni di esistenza pacifica". 

La presenza dei cattolici nell'area risale al 1995. "Dopo le quattro chiese protestanti bloccate dall'11 ottobre scorso - aggiunge il sacerdote - ora è toccato alla comunità cattolica". Limitazioni alla pratica del culto hanno riguardato non solo Cinunuk, ma anche località sparse nel West Java, sinora considerata una delle aree più a rischio per fenomeni di intolleranza o violenza a sfondo confessionale. Attacchi che non hanno riguardato solo i cristiani, ma hanno visti coinvolte anche altre minoranze, fra cui Ahmadi e sciiti. 

L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo in cui i cattolici sono il 3% del totale, si sta affermando nelle ultime settimane come uno dei centri di maggiore attivismo dell'estremismo islamico per tutta la regione dell'Asia-Pacifico. Del resto come aveva già riferito AsiaNews di recente, movimenti fondamentalisti e leader islamici locali hanno trovato ispirazione nelle gesta dei combattenti sunniti in Siria e Iraq e intendono sostenere la lotta per la creazione del Califfato islamico estendendolo anche all'Asia. Contro la deriva estremista, avallata per anni dal precedente governo, si sta opponendo il nuovo esecutivo del presidente Joko "Jokowi" Widodo e il neo governatore di Jakarta Basuki Tjahaja Purnomo, meglio noto come Ahok, numero due di Widodo quando era alla guida della capitale.