Nepal, una "dea vivente" indù sceglie di studiare dai cattolici
di Christopher Sharma

La giovane Samita Bajracharya ha passato gli ultimi anni nei panni di "Kumari", una "dea vivente" considerata l'incarnazione di Kalì e adorata sia dagli indù che dai buddisti. Concluso il suo periodo "divino" si è iscritta alla scuola cattolica SanFrancesco Saverio. Ad AsiaNews racconta: "Sono ancora indù, ma ho potuto toccare con mano la solidarietà e il rispetto dei cristiani".


Kathmandu (AsiaNews) - Una "dea vivente", adorata sia dagli indù che dai buddisti del Nepal e considerata per anni l'incarnazione di Kalì - o Durga nella tradizione buddista - ha scelto una scuola cattolica per il suo ciclo di istruzione. Samita Bajracharya, 13 anni, ha concluso da poco il suo periodo "divino": secondo la tradizione religiosa, infatti, con l'arrivo delle mestruazioni il suo "terzo occhio" si chiude. Ad AsiaNews racconta: "Ho scelto una scuola cattolica perché ha il miglior metodo educativo, e perché sia gli studenti che gli insegnanti mi hanno accolta facendomi sentire a casa".

L'istituzione delle "Kumari" è molto venerata in Nepal: le ragazze - riconosciute come incarnazione della divinità verso i 5 anni - vivono il periodo pre-puberale in casa. Una serie di complicate regole accompagna la loro esistenza, che si svolge per la stragrande maggioranza del tempo all'interno delle mura domestiche. L'unica eccezione sono le feste religiose, quando escono per benedire i fedeli, ma senza comunque mai entrare in contatto fisico con il terreno o con altre persone.

Possono toccarle soltanto i parenti e gli amici stretti, previa autorizzazione dei santoni che si sono occupati del riconoscimento delle giovani. All'arrivo del primo ciclo mestruale finisce il loro periodo "divino", dato che vengono considerate "impure" perché "non più vergini". Comunque sia, dopo il ritiro rimangono persone molto amate nel Paese e continuano a godere della simpatia popolare.

Ad AsiaNews, Samita racconta: "Sono stata scelta all'età di 9 anni, e conoscevo molto poco di me stessa. La mia famiglia e la tradizione mi hanno incoraggiata a divenire Kumari. Non potevo andare a scuola, giocare fuori di casa o essere toccata da nessuno. Il mio compito era quello di benedire i fedeli che venivano a trovarmi portando delle offerte".

Oltre a questo, ci sono i festival religiosi: "Seduta su una sorta di trono tradizionale, ho partecipato alle funzioni principali delle feste più importanti e sono stata portata in giro su una carrozza per benedire i fedeli e la nazione. Ho conosciuto il nostro presidente, il primo ministro e tante altre autorità. Ma la pratica tradizionale mi ha tenuta lontana dall'istruzione".

Concluso il suo incarico, ha deciso di colmare questa lacuna: "Ho capito di aver bisogno di una scuola, e dopo alcuni colloqui ho scelto la San Francesco Saverio. Sono ancora indù, ma ho scelto una scuola cattolica perché ha il miglior metodo di insegnamento. Inoltre i professori e gli studenti mi fanno sentire a casa: ho conosciuto la solidarietà e il rispetto dei cattolici".

Anche la madre, Purna Shova Bajracharya, è contenta della scelta: "Mia figlia è trattata molto bene, e ha la possibilità di avere una delle migliori istruzioni a disposizione in un ambiente di amore e di cura. Sono felice".