L'unificazione della Corea "potrebbe costare 500 miliardi di dollari"
Un Rapporto pubblicato dalla Commissione per i servizi finanziari della Corea del Sud lancia l'allarme: "Non sappiamo davvero niente dell'economia nordcoreana, potrebbe procurarci uno shock simile al crollo di Lehman Brothers". Per il governo di Seoul sarebbe un "grande beneficio" unire la forza-lavoro del Nord alla tecnologia del Sud, ma la Chiesa teme un esercito di "schiavi moderni, emarginati e sottopagati".

Seoul (AsiaNews) - La riunificazione della penisola coreana "potrebbe costare circa 500 miliardi di dollari", ma è impossibile fare calcoli esatti "perché il Nord ha steso un velo nero sullo stato della sua economia". È quando emerge dal Rapporto pubblicato dalla Commissione per i servizi finanziari della Corea del Sud, che ritiene il ritorno all'unità "una speranza per ora senza basi".

Secondo i calcoli approssimativi del gruppo, l'economia del Sud è 43 volte più grande di quella del Nord. Per dare un termine di paragone, l'economia della Germania occidentale era 10 volte più grande di quella orientale al tempo del crollo del Muro di Berlino. E secondo alcune ricostruzioni, per rimettere in piedi lo squilibrio vennero spesi circa 2mila miliardi di dollari attuali.

Secondo Park Geun-hye, presidente di Seoul, la riunificazione sarebbe di grande beneficio per l'economia nazionale, dato che si potrebbero combinare capitale e tecnologia sudcoreane con la forza-lavoro e le risorse naturali del Nord. Questa opinione è combattuta da diversi analisti, e persino la Chiesa cattolica ha dei dubbi in proposito: il rischio, spiegano, è che i nordcoreani finiscano per diventare "moderni schiavi" nelle industrie del Sud, sottopagati ed emarginati dalla società. In ogni caso, i continui scontri bellici e le purghe con cui il dittatore di Pyongyang Kim Jong-un ha consolidato il proprio potere non lasciano sperare in una penisola unita in breve tempo.   

Shin Je-yoon, capo della Commissione, ha presentato i risultati dello studio definendosi "imbarazzato" per la "poca credibilità" sui cui poggiano i calcoli del Rapporto. Usando una foto che ritrae una porzione di mare aperto, ha accostato i dati sull'economia nordcoreana all'idea di navigare "senza sapere dove si va. Non abbiamo dati attendibili sulla situazione finanziaria o economica della Corea del Nord. Abbiamo per tanto tempo parlato del nostro desiderio di unità, ma non abbiamo nessun piano serio per far divenire questo desiderio una realtà".

Fino a che la situazione rimane invariata, ha aggiunto l'economista, abbattere le frontiere "potrebbe creare uno choc economico simile al collasso di Lehman Brothers". Il processo di unificazione, conclude un altro analista di Seoul, Hong Jung Hye, "potrebbe indebolire in maniera drammatica le finanze pubbliche di Seoul, esercitando troppa pressione sulla valuta nazionale e quindi alzando i prezzi del denaro".