Ricominciare a vivere dopo il rogo alla Tazreen Fashion, grazie alla Caritas Bangladesh
di Sumon Corraya
Sono passati due anni dall'incendio che ha demolito una grande fabbrica tessile, causando oltre 100 morti e almeno 200 feriti. Da subito, la sezione bangladeshi dell'associazione cattolica รจ stata al fianco dei sopravvissuti, per seguirli nelle cure e nella riabilitazione. Corsi di cucito e mungitura delle vacche permettono oggi a 104 persone di essere di nuovo indipendenti.

Dhaka (AsiaNews) - Rarun-r-Rashid lavorava insieme a sua moglie Rashima nella Tazreen Fashion, fabbrica tessile di Dhaka. Per salvarsi dal rogo che nel 2012 ha distrutto l'edificio e ucciso 108 persone, la coppia si è gettata dal quarto piano. Sono sopravvissuti, ma hanno riportato gravi ferite che li hanno resi disabili. Senza l'intervento tempestivo e continuato nel tempo della Caritas Bangladesh, racconta Rarun, "saremmo già morti".

Sin dai primi giorni dopo la tragedia, il braccio sociale della Chiesa cattolica è stato in prima linea per fornire aiuto ai 200 feriti nel crollo. Un sostegno che si è tradotto non solo in operazioni di primo soccorso, ma soprattutto nell'organizzazione di programmi di riabilitazione. In questi due anni, l'associazione ha seguito 104 vittime, di ogni religione, tutte con lesioni o bruciature gravi. Al momento 48 persone hanno ancora bisogno di sostegno.

Edward Pallab Rozario, co-coordinatore del settore sanitario di Caritas Bangladesh, racconta: "Il primo aiuto è stato di tipo finanziario. Grazie alla collaborazione di Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (Bgema), abbiamo potuto fornire uno stipendio mensile. In secondo luogo c'è stato il trattamento medico, inclusi i medicinali e gli interventi chirurgici, in cui siamo stati aiutati da tante strutture". Tra queste, il Dhaka Medical College Hospital, il Bangabandhu Sheikh Mujib Medical University (Bsmmu), il Ma O Shishu Hospital, il Centre for the Rehabilitation of the Paralysed (Crp) e altri. "Ovviamente - ha aggiunto - abbiamo fornito anche assistenza a domicilio, per quanto non erano in grado di raggiungere i nostri centri".

L'opera di riabilitazione condotta dalla Caritas, spiega il dott. Pallab, si è poi dedicata ad "aiutare queste persone ad avviare piccole imprese, insegnando loro a gestire meglio il denaro e tenendo corsi di cucito e di mungitura di vacche e pecore".

Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo. Secondo l'International Labor Rights Forum, dal 2005 sono più di 1000 gli operai tessili morti nel Paese a causa di edifici non a norma di sicurezza. L'industria tessile rappresenta più del 10% del Pil nazionale e circa l'80% delle esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre 2 milioni di persone.