Vescovo di Mumbai: Delitto d'onore, una barbarie da combattere in famiglia
di Nirmala Carvalho
Una giovane coppia è stata assassinata in modo brutale perché aveva deciso di sposarsi, pur appartenendo a caste diverse. Il mandante dell'omicidio è la madre di lei, che ha ordinato ai figli maschi di uccidere i due. Mons. Savio Fernandes: "Nessun rispetto per la vita umana. I genitori siano agenti di cambiamento". Membro della Pontificia accademia della vita: "Non c'è onore nell'omicidio premeditato di un altro essere umano".

Mumbai (AsiaNews) - Un muro di pochi metri è ciò che da anni divideva le case di Sonu Kumar, 20enne dalit indù, e Dhanishta, 18enne musulmana, originari del villaggio di Chopla, a circa 60 chilometri da New Delhi. Le differenze di casta e religione non sono mai state un problema per le loro famiglie, che in occasione delle rispettive feste tradizionali non esitavano a scambiarsi doni. Così è stato fino a due giorni fa, quando i fratelli di Dhanishta le hanno tagliato la gola e hanno pugnalato a morte Sonu. La loro colpa: essersi innamorati e aver deciso di sposarsi. "Una vicenda disumana e crudele - afferma ad AsiaNews mons. Savio Fernandes, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Mumbai - che ci pone di fronte a una cultura della morte che non mostra alcun rispetto per la vita umana".

Nella zona del villaggio, i musulmani rappresentato il 25% della popolazione. Tra la maggioranza indù, il 25% è dalit, "fuoricasta". Secondo la polizia, Sonu e Dhanishta uscivano insieme da due anni. Quando hanno deciso di sposarsi, le rispettive famiglie hanno subito opposto resistenza: i genitori di lui lo hanno mandato a Delhi a lavorare; la madre e i fratelli di lei le hanno vietato di vederlo, e hanno iniziato a cercare "un buon partito".

A fine ottobre, la coppia si è sposata in segreto a Ghaziabad. I due hanno continuato a vivere con le rispettive famiglie, ma presto sono stati scoperti. I genitori si sono rivolti alle autorità del villaggio, che hanno confermato "l'impossibilità" della loro unione. La coppia allora è fuggita. Ma il 29 novembre scorso, quando sono tornati al villaggio, i fratelli di lei li hanno uccisi davanti a tutti. La polizia ha arrestato la madre di Dhanishta, mandante del delitto, e due fratelli della ragazza. Altri quattro fratelli sono ancora introvabili.

Il "delitto d'onore" consiste nell'uccisione di un membro della famiglia da parte dei parenti quando questo li umilia, ad esempio sposandosi con una persona di casta diversa. "Purtroppo - spiega ad AsiaNews il dott. Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita - in alcune parti dell'India è ancora comune questa pratica. Ma bisogna smetterla di parlare di 'delitto d'onore': non c'è onore nell'omicidio premeditato di un altro essere umano".

Secondo il Fondo Onu per la popolazione, ogni anno in tutto il mondo circa 5mila donne sono vittime di delitti d'onore. Nel 2010 il National Crimes Record Bureau dell'India ha registrato 8.391 omicidi di giovani spose per questioni legate alla dote: un delitto ogni ora.

Per prevenire e fermare simili atti di violenza, afferma il presule "le persone devono diventare agenti di cambiamento". I primi agenti di cambiamento, però, sono proprio i genitori. "La famiglia - sottolinea - è l'unità di base della società. Tutto ciò che accade al suo interno si riflette in scala più ampia nella società. È qui che deve iniziare la sensibilizzazione di genere e l'insegnamento dei valori di rispetto, dignità, onestà e moralità". "La nostra esperienza - aggiunge - ci dice che in una famiglia è la madre ad avere maggiore influenza sui figli. Tuttavia, entrambi i genitori devono insegnare ai loro piccoli, maschi e femmine, il rispetto per l'altro. Altrimenti, se tratteranno il figlio come superiore e la figlia come inferiore, tale disparità e disuguaglianza si rifletterà nella società".