Card. Gracias: Il rogo della chiesa di Delhi, attacco al progresso dell'India
di Nirmala Carvalho
Parlando con AsiaNews, l'arcivescovo di Mumbai commenta la distruzione della chiesa di san Sebastiano nella capitale dell'Unione: "Un gesto che va condannato con forza e che non può essere condonato. I responsabili mettono a rischio lo sviluppo della nostra nazione". Nell'incendio sono andati distrutti l'altare, la sacrestia e tutta la balconata. Il cancelliere dell'arcidiocesi: "Il fuoco è stato appiccato, abbiamo trovato le taniche di kerosene".

Mumbai (AsiaNews) - Il rogo della chiesa di san Sebastiano a Delhi "va condannato con la massima forza. Sono sconvolto e profondamente rattristato per questo attacco. Anche se non voglio attribuirgli motivazioni etniche o religiose, il dare fuoco in maniera deliberata a un luogo di culto è del tutto inaccettabile e non può essere condonato. La popolazione si rivolta perché si sente vulnerabile, per quanto piccola possa essere la comunità cristiana nel mirino". Lo dice ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, commentando la distruzione avvenuta ieri della chiesa nella periferia orientale della capitale indiana.

L'incendio ha distrutto l'altare, la sacrestia e tutta la balconata di san Sebastiano. "Il fuoco è stato appiccato alle prime ore dell'alba del primo dicembre - spiega p. Mathew Kojickal, cancelliere dell'arcidiocesi di Nuova Delhi - in diverse parti della chiesa. Abbiamo trovato delle taniche di kerosene. È di natura dolosa". Subito dopo il fatto centinaia di persone, cristiane e non, sono scese in piazza per protestare.

La chiesa di San Sebastiano, inaugurata nel 2001 dall'allora arcivescovo Concessao, si trova nel quartiere di Dilshad, dove vivono circa 1000 famiglie cattoliche. Molti cristiani lavorano in alcuni grandi ospedali nell'area. "Non me la sento di accusare nessuno -riprende il cancelliere - ma di sicuro siamo di fronte a un attacco pianificato e ben preparato contro il luogo sacro di una minoranza religiosa".

Il complesso confina con un tempio indù ed è sorvegliato durante le ore notturne, ma il guardiano non ha notato alcun movimento sospetto. I responsabili delle parrocchia puntano il dito contro gli agenti di pubblica sicurezza, arrivati sul posto solo 10 ore dopo l'incendio per raccogliere gli indizi. "Abbiamo dovuto organizzare una protesta in strada - conclude p. Kojikhal - per convincere la polizia a mandare una squadra investigativa".

"Alle autorità - riprende il card. Gracias - noi chiediamo un'inchiesta rapida che individui i colpevoli e li metta in stato di accusa. Tutti i luoghi di culto dell'India devono essere rispettati, perché riflettono la nostra società multiconfessionale. Gli organi dello Stato devono essere un baluardo contro incidenti come questi, che poi divengono fonte di divisione e di destabilizzazione della società. Questo incendio va contro il progresso stesso della nazione". 

(ha collaborato Santosh Digal)