Terroristi dello Stato islamico lanciano dal tetto e lapidano un uomo "perché gay"
Il gruppo terrorista ha diffuso in rete alcune fotografie, in cui si vede una persona lanciata nel vuoto e poi finita a colpi di pietre. Egli sarebbe stato ucciso perché colpevole di “essere omosessuale”. Le immagini diffuse ieri; l’uccisione è avvenuta in una zona fra Siria e Iraq sotto il controllo dei miliziani.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico in Iraq e Siria hanno diffuso ieri in rete alcune fotografie, in cui si vedono i jihadisti lanciare una persona, "colpevole" di essere omosessuale, dal tetto di un edificio, per poi lapidarlo fino a procurarne la morte. In una dichiarazione ufficiale che accompagna la pubblicazione delle immagini, gli estremisti affermano che "il Tribunale islamico di Wilayet al-Furat ha deciso che l'uomo, che ha praticato sodomia, deve essere gettato dal punto più alto della città e quindi lapidato".  

Wilayet al-Furat è una a divisione amministrativa dello SI lungo il confine fra Damasco e Baghdad, in cui il fiume Eufrate segna il passaggio dalla Siria nel vicino Iraq, nel punto di valico di Albu Kamal-Qaim. 

Una delle immagini mostra un uomo, secondo i jihadisti colpevole di essere omosessuale, scagliato dal tetto di un edificio, situato in un punto non meglio precisato fra Siria e Iraq. La seconda immagine mostra l'uomo riverso a terra. 

Nel novembre scorso le milizie dello Stato islamico hanno lapidato due uomini in Siria, con l'accusa di "essere gay". 

Lo Stato islamico è apparso per la prima volta in tutta la sua brutalità nella primavera del 2013, nel contesto del conflitto siriano. Da quel momento ha iniziato una rapida avanzata nei territori della regione, strappando ampie porzioni di territorio a Damasco e Baghdad e imponendo un vero e proprio regno del terrore.