Indonesia, minacce islamiste sulle celebrazioni del Natale
di Mathias Hariyadi
Da anni la festa cristiana è diventata pretesto per violenze e attacchi mirati. Scontro all’interno del mondo musulmano, fra moderati - che difendono il Natale - e fondamentalisti secondo cui è “haram”, peccato. Il governatore di Jakarta allestisce un albero; il presidente Jokwi sarà a Papua. I fedeli della Yasmin Church pronti a celebrare le funzioni in strada.

Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia la comunità cristiana si prepara a vivere le celebrazioni del Natale, una festa che negli ultimi anni è diventata fonte di controversia e pretesto per sferrare attacchi e violenze da parte di gruppi estremisti islamici. Anche quest'anno l'ala fondamentalista nelle ultime settimane ha lanciato avvertimenti e minacce, affermando che è proibito per i musulmani indossare i simboli del Natale o scambiare gli auguri con colleghi e amici cristiani. La controversia è diventata elemento di scontro all'interno dello stesso mondo musulmano: i movimenti moderati criticano la linea dura adottata dai fondamentalisti e rilanciano la visione plurale e multiculturale del Paese musulmano più popoloso al mondo. 

Il Nahdlatul Ulama (Nu), il più importante movimento musulmano moderato del Paese, è parte attiva della controversia; i suoi vertici hanno sottolineato che non vi è nulla di illecito (haram) o anti-islamico nell'augurare buon Natale e buone feste ai cristiani. 

Altro elemento di scontro, alimentato sui social e nei forum in rete, la decisione del neo-governatore di Jakarta - cristiano e di etnia cinese - di allestire un albero di Natale nel municipio cittadino. Per protesta, alcuni movimenti estremisti sono scesi in piazza per manifestare; fra questi l' Ansharusy Syariah (Jas), che ha promosso dimostrazioni e proteste nel distretto di Sidoarjo, nella provincia di East Java. 

Intanto il presidente indonesiano Joko "jokowi" Widodo ha annunciato che per Natale andrà a Papua, nella zona più orientale dell'arcipelago indonesiano, dove prenderà parte anche alle celebrazioni della festa cristiana. Egli visiterà anche le zone più remote, teatro di una decennale guerriglia promossa dai movimenti separatisti. 

Fra i nodi da tempo irrisolti, retaggio della presunta libertà religiosa garantita (a parole) dal capo di Stato uscente Susilo Bambang Yudhoyono, vi è la controversia legata alla Yasmin Church (Yc). La comunità da tempo è costretta a celebrare le funzioni all'aperto, perché l'amministrazione locale ha chiuso l'edificio, a dispetto di un parere contrario della Corte suprema che, per sentenza, ha sancito il diritto dei cristiani all'uso del luogo di culto. I rappresentanti della comunità protestante confermano il proposito di celebrare i riti del Natale nei pressi della chiesa, tuttora sotto sequestro. "Il nostro messaggio (al presidente) è chiaro - afferma Bona Sigalingging, rappresentante legale della Yc - e per noi ha valore legale la sentenza della Corte suprema: tutti i cittadini dovrebbero rispettarne le decisioni".