Crisi cinese e incertezza dei mercati mondiali rallentano la crescita di Singapore
Nell’ultimo trimestre del 2014 la crescita dell’industria manifatturiera si è fermata all’1,6%; un calo netto rispetto al precedente 3,1%. Nel discorso di fine anno il premier aveva parlato di produzione “debole”. Le stime per il prossimo anno annunciano una crescita “modesta”. Segnali positivi nel terziario e nell’edilizia.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) - L'indebolimento dell'industria manifatturiera, legata al rallentamento della Cina, e il persistere dell'incertezza nell'economia mondiale hanno causato un calo drastico nell'economia di Singapore. Secondo gli indici diffusi dal ministero del Commercio, nell'ultimo trimestre del 2014 il Prodotto interno lordo (Pil) si è fermato all'1,6%, con un calo netto rispetto al trimestre precedente che aveva fatto registrare il 3,1%. I dati ufficiali diffusi oggi confermano quanto anticipato dal Primo Ministro Lee Hsien Loong che, nel discorso di fine anno, aveva parlato di produzione "debole"; le previsioni per il 2015 parlano di crescita "modesta" a causa del vincoli nel mercato del lavoro, che rallentano alcune industrie.  

L'economia della città-Stato è legata alle esportazioni, in particolare verso la Cina che nel 2014 ha fatto registrare il dato peggiore degli ultimi 25 anni, trascinando verso il basso anche Singapore. Non è bastata, invece, l'impennata dell'economia statunitense che nell'ultimo trimestre dello scorso anno ha visto l'espansione più significativa dell'ultimo decennio. 

Analisti ed esperti di economia mondiale sottolineano tre fattori chiave: il rallentamento cinese, una economia giapponese pressoché moribonda e un'Europa che "non si sa dove stia andando". Alla debolezza dell'industria manifatturiera cinese, i cui indici hanno toccato i livelli più bassi degli ultimi 18 mesi lo scorso dicembre, si è unita la crescita mondiale più bassa dal 1990 a oggi. 

Dai dati del ministero del Commercio di Singapore emerge che la produzione locale nell'ultimo quarto è crollata del 5,8% rispetto al trimestre precedente; segnali positivi, invece, nel terziario (+ 3,8%) e nell'edilizia, con un più 8%.