Papa: Aiutiamo i giovani a costruire una società migliore, ogni bambino va accolto
Celebrando la messa conclusiva del suo settimo pellegrinaggio apostolico internazionale, in Sri Lanka e Filippine, Francesco ricorda come "i filippini sono chiamati ad essere eccellenti missionari della fede in Asia. Dio ci ha scelti e benedetti per uno scopo: essere santi e irreprensibili ai suoi occhi". Un appello al mondo: "Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello".

Manila (AsiaNews) - I filippini "sono chiamati a essere eccellenti missionari della fede in Asia". Lo ha detto papa Francesco durante l'omelia della messa a Manila, in un Rizal Park straripante di fedeli, che chiude il settimo pellegrinaggio internazionale del pontefice. Il viaggio lo ha portato in Sri Lanka e Filippine: qui ha incontrato i sopravvissuti al tifone Haiyan e i giovani del Paese. Ma nell'ultima messa, dopo l'appello alla missionarietà della popolazione locale, il Papa parla al mondo.

Oggi purtroppo, dice il pontefice, "la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello. Nel Vangelo Gesù accoglie i bambini, li abbraccia e li benedice. Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale. In modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere. E dobbiamo prenderci cura dei giovani, non permettendo che siano derubati della speranza e condannati a vivere sulla strada".

Nella festa del Santo Nino - ovvero di Gesù Bambino, molto sentita nelle Filippine - Francesco parla proprio dell'infanzia: "Il Santo Niño continua a proclamare che la luce della grazia di Dio è brillata su un mondo che abitava nelle tenebre, portando la Buona Novella della nostra liberazione dalla schiavitù, e guidandoci sul sentiero della pace, del diritto e della giustizia. Egli inoltre ci ricorda che siamo stati chiamati a diffondere il Regno di Cristo nel mondo. Nel corso della mia visita vi ho sentito cantare la canzone 'Siamo tutti figli di Dio'. Questo è ciò che il Santo Niño viene a dirci. Ci ricorda la nostra più profonda identità. Tutti noi siamo figli di Dio, membri della famiglia di Dio".

Proprio questa appartenenza si dimostra con "una bellissima espressione, quando i Filippini si sono stretti intorno ai fratelli e alle sorelle colpiti dal tifone. L'Apostolo ci dice che, dal momento che Dio ci ha scelti, noi siamo stati abbondantemente benedetti! Dio «ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo» (Ef 1,3). Queste parole hanno una speciale risonanza nelle Filippine, perché è il primo Paese cattolico in Asia; questo è già uno speciale dono di Dio, una benedizione. Ma è anche una vocazione. I Filippini sono chiamati ad essere eccellenti missionari della fede in Asia. Dio ci ha scelti e benedetti per uno scopo: essere santi e irreprensibili ai suoi occhi (Ef 1,4)".

Egli, riprende il Papa, "ha scelto ciascuno di noi per essere testimone in questo mondo della sua verità e della sua giustizia. Ha creato il mondo come uno splendido giardino e ci ha chiesto di averne cura. Tuttavia, con il peccato, l'uomo ha sfigurato quella naturale bellezza; mediante il peccato, l'uomo ha anche distrutto l'unità e la bellezza della nostra famiglia umana, creando strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l'ignoranza e la corruzione. Qualche volta, vedendo i problemi, le difficoltà e le ingiustizie, siamo tentati di rinunciare. Sembra quasi che le promesse del Vangelo non si possano attuare, siano irreali. Ma la Bibbia ci dice che la grande minaccia al piano di Dio per noi è ed è sempre stata la menzogna. Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l'apparenza della sofisticazione, il fascino di essere 'moderni', di essere come tutti gli altri".

Egli, dice ancora, "ci distrae con il miraggio di piaceri effimeri e di passatempi superficiali. In tal modo noi sprechiamo i doni ricevuti da Dio, giocherellando con congegni futili; sprechiamo il nostro denaro nel gioco d'azzardo e nel bere; ci ripieghiamo su noi stessi. Trascuriamo di rimanere centrati sulle cose che realmente contano. Trascuriamo di rimanere interiormente come bambini. I bambini infatti, come ci insegna il Signore, hanno la loro propria saggezza, che non è la saggezza del mondo. Ecco perché il messaggio del Santo Niño è così importante. Egli parla a ciascuno di noi profondamente. Ci ricorda la nostra più profonda identità, ciò che siamo chiamati ad essere in quanto famiglia di Dio. Il Santo Niño ci ricorda anche che questa identità va protetta. Il Cristo Bambino è il protettore di questo grande Paese. Quando Egli venne in questo mondo, la sua stessa vita si trovò minacciata da un re corrotto. Gesù stesso si trovò nella necessità di venire protetto. Egli ha avuto un protettore sulla terra: san Giuseppe. Ha avuto una famiglia qui sulla terra: la Santa Famiglia di Nazaret. In tal modo Egli ci ricorda l'importanza di proteggere le nostre famiglie e quella più grande famiglia che è la Chiesa, la famiglia di Dio, e il mondo, la nostra famiglia umana".

Oggi purtroppo, conclude Francesco, "la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello. Nel Vangelo Gesù accoglie i bambini, li abbraccia e li benedice. Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale. In modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere. E dobbiamo prenderci cura dei giovani, non permettendo che siano derubati della speranza e condannati a vivere sulla strada".