L’Uzbekistan rifiuta gli ispettori Onu

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente uzbeko Islam Karimov respinge la richiesta Onu di svolgere un’inchiesta internazionale sui sanguinosi incidenti avvenuti a Andijan e in altre città del Paese.

Karimov ha detto al segretario generale Onu Kofi Annan di ritenere “sufficiente” la visita a Andijan di diplomatici e media avvenuta mercoledì 18 maggio. Louise Arbour, commissario Onu, ha replicato che “una visita breve e guidata con attenzione” non può sostituire “una commissione internazionale di indagine che agisce in modo indipendente”. “L’indagine” – ha aggiunto - è necessaria per un accertamento credibile e trasparente”. Anche Stati Uniti ed Unione europea chiedono lo svolgimento dell’indagine internazionale.

Il governo uzbeko ha dichiarato che negli scontri sono morte 169 persone ma l’International Helsinki Federation for Human Rights e la Human Rights Society uzbeka sostengono che siano morte oltre 500 persone ad Andijan, 200 persone a Pahktaabad e 100 presso il confine con il Kirghizistan. Secondo i 2 organismi “pile di corpi” erano ammucchiate in 2 scuole di Andijan.

Il governo sostiene ancora la tesi di una “sommossa di estremisti islamici”, mentre i 2 gruppi ripetono che si è trattata di una “brutale repressione contro la popolazione” per “evitare sviluppi democratici come in Kirghizistan, Ucraina e Georgia”.

Abdullah Abdullah, ministro degli esteri afgano, non esclude che le manifestazioni fossero causate da estremisti islamici. Ieri, al termine di una visita a Tokyo, ha dichiarato che nel Paese sono presenti “elementi estremisti che sono stati addestrati come facevano i talebani in Afghanistan” e si è detto “convinto” che costoro abbiano avuto un ruolo negli scontri.

Pechino ha annunciato che Karimov visiterà il Paese la prossima settimana: nei giorni scorsi la Cina aveva approvato “gli sforzi del governo per mantenere pace e stabilità”.

Ieri, giovedì 19 maggio, l’esercito ha ripreso il controllo della zona orientale di Korasuv e ha arrestato varie persone tra cui Bakhtior Rakhimov, l’uomo che voleva realizzare un governo islamico della città. Secondo la moglie, i soldati sono giunti prima dell’alba nella loro abitazione, hanno percosso il marito e lo hanno trascinato via insieme al figlio di 14 anni.