Manifestazione a Teheran contro l'esclusione di candidati riformisti

Lo stesso Khameni chiede al Consiglio di riconsiderare le bocciature di Moin e Mehralizadeh


Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Prima manifestazione degli studenti universitari , a Teheran, contro la decisione dell'ultraconservatore Consiglio dei guardiani che ha escluso dalle prossime elezioni presidenziali quasi tutti i candidati riformisti, compresi Mostapha Moin e Mohsen Mehralizadeh, già membri del governo e ritenuti gli alfieri del movimento che si oppone ai candidati conservatori. La manifestazione non ha avuto esiti violenti anche perché gli organizzatori hanno avvertito a più riprese gli studenti della decisione dell'ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema della rivoluzione, di chiedere al Cosiglio di rivedere la decisione che ha escluso i due candidati, perché "è giusto che tutti possano avere la possibiltà di scegliere tra differenti orientamenti politici".

Sono stati circa 300, secondo l'agenzia ufficiale Irna, gli studenti che la notte scorsa sono usciti dai dormitori dell'università dando vita ad una marcia di protesta che scandiva slogan contro la decisione del Consiglio. La manifestazione è stata fermata da decine di poliziotti, tra i quali, anche agenti delle forze antisommossa, che avevano circondato l'ateneo. Secondo il Ministero degli interni, citato dall'Irna, la polizia aveva avuto l'ordine di evitare l'uso della forza.

Moin, già ministro dell'Istruzione superiore, principale candidato dell'Islamic Iran Participation Front (IIPF), sembra essere l'unico ad avere qualche speranza di poter contrastare la vittoria dei conservatori alle elezioni del 17 giugno. La sua bocciatura da parte del Consiglio, cui spetta ammettere le candidature, è arrivata insieme a qualle del vicepresidente Mehralizadeh, anch'egli un riformatore, e di un migliaio di altri candidati. Ad essere ammessi sono stati solo in sei: l'ex presidente Rafsanjani, che è un pragmatico, ma comunque un conservatore, 4 ex ufficiali dei Guardiani della rivoluzione ed un religioso riformatore, votato alla sconfitta.

La decisione del Consiglio ha provocato la reazione critica degli Stati uniti e dell'Unionre europea. Moin, che faceva parte del secondo governo riformista, si er adimesso nell'agosto del 2003 per protestare contro il "sistematico ostruzionismo" dei conservatori nei confronti delle riforme.