Afghanistan, libero il gesuita indiano rapito otto mesi fa
di Nirmala Carvalho
P. Alexis Prem Kumar, della sezione afghana del Jesuit Refugee Service (Jrs) รจ tornato a Delhi. L'organizzazione esprime "immensa gratitudine" al governo indiano. Ex direttore regionale per l'Asia meridionale: "Segno positivo per i volontari che lavorano in Afghanistan".

New Delhi (AsiaNews) - Dopo più di otto mesi dal suo rapimento, p. Alexis Prem Kumar, sacerdote gesuita del Jrs (Jesuit Refugee Service) è ritornato ieri sera a Delhi. L'organizzazione si è detta "immensamente grata" nei confronti del governo indiano per il ruolo giocato nel rilascio di p. Kumar. Il p. Prakash Louis sj, direttore dell'Indian Social Institute (Bangalore), dichiara ad AsiaNews: "Accogliamo con gioia questa grande notizia. È un segno molto positivo per i volontari che lavorano in Afghanistan e che, in passato, hanno vissuto momenti di difficoltà. Il suo rilascio rafforzerà anche i rapporti tra i nostri due Paesi".

P. Louis, ex direttore del Jrs per l'Asia meridionale, è stato coinvolto in prima persona nei negoziati e negli sforzi "cauti e segreti" per liberare p. Kumar. "Nelle ultime due settimane - racconta ad AsiaNews - c'erano stati segnali di un rilascio imminente, ma solo ieri abbiamo potuto gioire per la sua liberazione".

Il 2 giugno 2014 p. Kumar, 47 anni, è stato prelevato da un gruppo di uomini non identificati nella provincia di Herat, mentre stava visitando una scuola del Jrs. Originario dello Stato indiano del Tamil Nadu, il gesuita era a capo della sezione afghana del Jrs e si occupava di sostenere i rifugiati rientrati dall'Iran e dal Pakistan attraverso programmi educativi e sanitari.

Il Jrs opera in Afghanistan dal 2005. Anche nei mesi del sequestro di p. Kumar, l'associazione ha portato avanti i suoi programmi, per assicurare che gli studenti locali avessero accesso a un'istruzione di qualità.

"Il nostro ruolo in Afghanistan - spiega p. Stan Fernandes, attuale direttore regionale Jrs per l'Asia meridionale - è stato quello di aiutare i rifugiati e le comunità ospitanti, per offrire a tutti loro educazione e formazione per aiutarli a ricostruire le loro vite. Eravamo vicini al popolo afghano prima del rapimento di p. Prem e continueremo ad accompagnarli in ogni modo possibile".