Yangon, la polizia reprime a colpi di bastone la protesta studentesca: percosse e arresti
di Francis Khoo Thwe
Forze di sicurezza e agenti in borghese hanno preso di mira attivisti e giovani in piazza per la riforma dell’Istruzione. Secondo alcuni testimoni vi sarebbero dei feriti (lievi) fra i dimostranti. Fonti di AsiaNews parlano di arresti eccellenti fra i leader della dissidenza. Al momento dell’assalto vi erano almeno 200 persone in piazza.

Yangon (AsiaNews) - La polizia birmana, con l'ausilio di agenti in borghese e paramilitari, ha iniziato a colpire i giovani in piazza a Yangon per chiedere modifiche alla controversa Legge di riforma dell'istruzione, al vaglio del Parlamento. Le forze di sicurezza filo-governative hanno preso di mira studenti e attivisti, che si erano radunati nei pressi di una storica pagoda nel cuore della capitale commerciale del Myanmar. I manifestanti sono stati colpiti con bastoni, trascinati a bordo di veicoli governativi e portati via. Ignota al momento la loro destinazione. 

Testimoni locali riferiscono che nell'assalto diverse persone avrebbero riportato ferite di lieve entità, ma non vi sono ulteriori dettagli e la situazione resta confusa. Al momento dell'assalto vi erano almeno 200 dimostranti (pacifici), riuniti in piazza a manifestare contro la riforma. 

Fonti di AsiaNews riferiscono che, fra le oltre 30 persone arrestante, vi sarebbero anche leader e personalità di primo piano dell'opposizione birmana fra cui Nilar Thein, Nemo Hlaing e Ma Nu del movimento Generazione 88. Il gruppo si era riunito di fronte al municipio cittadino a Yangon, in solidarietà con gli studenti che, da giorni, sono bloccati e circondati da forze di polizia nella cittadina centrale di Letpadan. Le autorità hanno bloccato la loro marcia in direzione di Yangon, minacciando di "passare all'azione" per fermare la protesta e "riportare ordine e legalità". 

Dal 2011 - fine della dittatura militare, formazione di un governo semi-civile, nomina di un presidente (Thein Sein, ex generale della giunta) - il Myanmar è impegnato in una serie di riforme politiche e istituzionali in chiave democratica. Tuttavia, questo processo di cambiamento - che ha portato anche alla parziale cancellazione delle sanzioni occidentali - ha subito un brusco rallentamento e ancora oggi la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi non può concorrere alla carica di presidente.  

Un tempo il sistema educativo del Myanmar era considerato fra i migliori di tutta l'Asia; tuttavia, decenni di dittatura militare e lo stretto controllo su licei e università hanno determinato una involuzione che pesa ancora oggi sulla qualità e sulla libertà dell'insegnamento. E la minaccia, lanciata dagli studenti, di estendere a tutta la nazione le proteste non può che allarmare le autorità birmane: sono stati proprio gli studenti, nel 1988, a promuovere le prime proteste pro democrazia, represse poi nel sangue dall'esercito.