Con l’accordo sul nucleare, l’Asia in prima fila per comprare il petrolio dell’Iran
I colossi economici del continente puntano su uno sviluppo positivo delle trattative in corso. Con la rimozione delle sanzioni internazionali, Teheran potrebbe aumentare la produzione di greggio di un milione di barili al giorno e superare, entro nove mesi, i livelli del periodo migliore. Cina, Corea, India e Giappone si danno battaglia per aumentare gli acquisti.

Teheran (AsiaNews) – Mentre le potenze del mondo occidentale sono impegnate in un balletto diplomatico per raggiungere un accordo sul nucleare iraniano, i colossi economici dell’Asia puntano sulla rimozione delle sanzioni e si preparano a comprare il petrolio di Teheran. Sono almeno sei le compagnie petrolifere del continente già impegnate per garantirsi accordi preventivi di acquisto del greggio iraniano, una produzione che potrebbe aumentare di un milione di barili al giorno “poco tempo dopo” la rimozione delle sanzioni internazionali.

Le grandi potenze occidentali (i cosiddetti “5+1”, ovvero Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina e Germania) e i rappresentanti di Teheran si riuniscono da oggi a Losanna (Svizzera) per arrivare entro il 31 marzo a un accordo o a una bozza di accordo che tranquillizzi la comunità internazionale sull’uso pacifico del programma nucleare iraniano e cancelli le sanzioni economiche e finanziarie a cui è stato sottoposto l’Iran negli ultimi 30 anni.

A partire dal 26 marzo, i dialoghi saranno seguiti anche da John Kerry, Segretario di Stato Usa, e dal ministro degli esteri iraniano Mohamed Javad Zarif. Entrambi hanno espresso cauto ottimismo su un possibile accordo, che potrebbe vedere la sua forma definitiva il prossimo 30 giugno.

Mentre i dialoghi proseguono – nonostante l’opposizione di alcuni attori internazionali – la Mangalore Refinery and Petrochemicals Ltd. (indiana) e la giapponese Cosmo Oil Co. si sono già fatte avanti per acquistare i diritti di prevendita della produzione iraniana post-sanzioni. Insieme a loro nella partita vi sono almeno due compagnie sudcoreane e ovviamente i colossi del petrolchimico cinese, già grandi acquirenti del petrolio iraniano ma pronti ad aumentare “in ogni momento” l’acquisto di fonti energetiche.

Secondo stime dell’agenzia Bloomberg, oggi l’Iran esporta circa 1,1 milioni di barili di greggio al giorno; agli inizi del 2012, prima dell’inasprimento delle sanzioni, erano 2,5 milioni. L’anno precedente il Paese mediorientale era il secondo produttore all’interno dell’Opec, con circa 3,58 milioni di barili al giorno (dati del dicembre 2011).

I funzionari del governo iraniano ritengono di poter aumentare l’attuale produzione di almeno un milione di barili al giorno “entro poco tempo” dall’accordo sulle sanzioni. In caso di rimozione totale, Teheran potrebbe superare i livelli di produzione dei periodi migliori “nel giro di nove mesi” dal via libera della comunità internazionale.