Nepal, leader religiosi e società civile contro la castrazione chimica per gli stupratori
di Christopher Sharma
Nel Paese avvengono 3-4 violenze sessuali al giorno, soprattutto su minori di 12 anni. Leader religiosi e attivisti umani si oppongono alla proposta. “No al controllo della fertilità naturale, cercare misure alternative”.

Kathmandu (AsiaNews) – Per controllare l’aumento degli stupri in Nepal, un comitato parlamentare ha proposto al governo di promulgare una legge sulla castrazione chimica per i violentatori. Ranju Thakur, presidente del comitato, spiega: “I rapporti ufficiali registrano almeno 3-4 stupri al giorno. Nel 70% dei casi le vittime hanno meno di 12 anni. È davvero una vergogna far vedere che, tra le comunità internazionali, in Nepal le donne non sono al sicuro”. Per il momento la proposta incontra molte critiche, da parte di leader religiosi, attivisti per i diritti umani e membri del governo.

Thakur sottolinea che la castrazione chimica “non solo renderebbe l’uomo sterile, ma ne controllerebbe anche lo stato emotivo. Quindi è utile sia come minaccia che come deterrente”. Il dott. Bharat Tiwari, un medico, spiega però che “la castrazione chimica non distrugge solo le emozioni della sfera sessuale, ma anche di altro tipo”.

Il portavoce governo Minendra Rijal ha dichiarato che l’esecutivo “dovrà ora valutare i pro e i contro di tale pratica”. Quel che è certo, ha aggiunto, “è che i minori stuprati sono troppi”.

Secondo diversi attivisti per i diritti umani, nessuno ha il diritto di controllare la fertilità naturale. “È una pratica disumana – asserisce Ananda Dhunganauna – e dovremmo pensare a pene alternative alla castrazione”.

Leader religiosi di tutte le fedi hanno suggerito al governo di ideare altre leggi o metodi per controllare gli stupri e creare un ambiente sicure per donne e ragazze. “Sebbene lo stupro sia un crimine grave – sottolinea Bulanda Thapa, leader cristiano – la castrazione non è la misura appropriata per ridurre la sua incidenza”.

Solo la scorsa settimana (15-21 marzo) sono stati registrati 60 stupri in Nepal. In genere quasi nel 50% dei casi si tratta di incesto, con un nonno o uno zio che violenta la nipote. Questo, affermano i leader religiosi, indica la grave crisi spirituale che c’è nella società nepalese, sempre più avviata su una strada di corruzione e di immoralità.