Torna alla Chiesa la cattedrale Smolny di San Pietroburgo, simbolo della città degli zar
Confiscata dai bolscevichi e trasformata prima in un magazzino e più di recente in una sala concerti, la cattedrale passerà alla diocesi ortodossa. Nel 2010 era stata riaperta al culto.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) - La cattedrale di Smolny a San Pietroburgo, uno dei simboli della città degli zar e oggi di proprietà dello Stato, sarà restituita alla Chiesa ortodossa russa. Lo ha annunciato il 14 aprile Nikolai Burov, direttore del museo delle quattro cattedrali in cui rientra anche quella di Smolny. “La decisione è stata presa: la cattedrale Smolny passerà alla diocesi”, ha dichiarato Burov, citato da Interfax.

Nella cattedrale vengono ospitati regolarmente concerti da camera e d’organo. Al coro della cattedrale è stato offerto già un altro luogo e si è trovato facilmente un accordo a riguardo: la nuova sala concerti dovrebbe essere pronta in tre anni, ha fatto sapere sempre Burov.

Costruita su progetto dell’italiano Bartolomeo Rastrelli sulle rive del fiume Neva, quella di Smolny è una delle più importanti chiese di San Pietroburgo. Progettata nel 1746, i lavori per la sua realizzazione sono terminati solo nel 1835 dall’architetto Vasily Stasov. Nel 1922, la cattedrale è stata confiscata dai bolscevichi, come tutti beni della Chiesa, e trasformata in un magazzino, fino alla sua chiusura nel 1931. Dal 1990 è stata adibita a sala concerti ed esposizioni, mentre dal 2010 è stata di nuovo aperta al culto.

Nel 2010 è stata approvata una legge per la restituzione delle proprietà religiose nazionalizzate dallo Stato, contesta inizialmente dalle minoranze religiose che hanno denunciato favoritismi da parte delle autorità nei confronti della Chiesa ortodossa. (N.A.)