Astana, plebiscito per Nazarbayev: rieletto presidente con il 97,7% dei voti
di Nina Achmatova
Il leader kazako conquista un nuovo mandato e promette stabilità e prosperità. Ma davanti a sé ha la sfida di un’economia che rallenta sotto il peso del calo dei prezzi del petrolio e lo scenario di una crisi di successione.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, ha vinto un nuovo mandato presidenziale, ottenendo il 97,7% dei consensi nelle elezioni. Lo ho comunicato la Commissione elettorale centrale, annunciando i risultati preliminari delle elezioni del 26 aprile, che hanno registrato anche un’affluenza record del 95,2%. Nazarbayev, 74 anni, guida l’ex Repubblica sovietica dal 1989; insieme al presidente uzbeko, Islam Karimov, è di fatto l’ultimo leader dei tempi dell’Urss ancora al suo posto nell’ex spazio sovietico.

I dati definitivi saranno resi noti entro il 3 maggio, come prevede la legge, ma i risultati della consultazione popolare erano noti prima ancora che i cittadini andassero alle urne: nelle precedenti elezioni, Nazarbayev aveva ottenuto il 98,7%, nel 1991, il 91,5% nel 2005 e oltre il 95%, nel 2011. “E’ la prima volta nella storia del Kazakhstan indipendente che gli elettori dimostrano così chiaramente la loro posizione civica e la responsabilità politica per il futuro del Paese”, ha tenuto sottolineare il capo della Commissione elettorale Kuandyk Turgankulov.

Briciole sono andate agli altri due sfidanti - figure per lo più sconosciute e ritenuti rivali di facciata per legittimare l’illusione di una competizione democratica - che non hanno superato l’1,6% delle preferenze. La marginalizzata opposizione, invece, non aveva neppure un candidato. Gli osservatori Osce hanno espresso preoccupazione, alla vigilia del voto, per il “vantaggio istituzionale” del presidente ‘uscente’, che ha monopolizzato la breve campagna elettorale.

Ex metalmeccanico, Nazarbayev - 74 anni e a capo del partito Nur Otan che controlla ogni aspetto della vita di questa nazione da 18 milioni di abitanti - ha promosso riforme di mercato e con l’aiuto dei grandi depositi di gas e petrolio e l’afflusso di oltre 200 miliardi di dollari di investimenti diretti nel Paese, ha trasformato il Kazakhstan nella secondo più grande economica dell’ex impero sovietico. I suoi detrattori puntano il dito contro le politiche di repressione del dissenso, lo stretto controllo dei media e gli emendamenti costituzionali, fatti ad arte per mantenere il potere. Molte figure critiche del presidente sono state costrette a emigrare, altre sono state uccise o morte in circostanze controverse.

Ex membro del Politburo dell’Unione sovietica, Nazarbayev ha sempre dichiarato di voler costruire una nazione con la sua propria identità e forza economica, prima di lanciare riforme in senso democratico. Parlando da Astana, dopo gli exit pool, ha ribadito l’obiettivo di voler potare il Kazakhstan tra i primi 30 Paesi sviluppati al mondo.

Le elezioni presidenziali erano previste per il 2016, ma sono state anticipate al  26 aprile di quest’anno, ufficialmente, “per assicurare la continuità dell’attuale politica”; di fatto, per rinsaldare il potere prima dell’arrivo di possibili e maggiori difficoltà economiche. Lo scenario che si profila davanti al nuovo mandato del leader kazako è, infatti, meno rassicurante del passato. Il Paese sta affrontando un rallentamento dell’economia, dopo un anno di discesa dei prezzi del petrolio e di sanzioni internazionali contro la Russia, suo maggiore partner commerciale.

Secondo diversi funzionari kazaki intervistati dal Guardian, il peggioramento della situazione economica potrebbe rendere più traballante la leadership di Nazarbayev e complicare il processo di successione. Possibilità che preoccupa anche gli investitori esteri. Con la conferma plebiscitaria al potere, il “leader della nazione” dovrebbe poter gestire la situazione economica dei prossimi anni con più tranquillità, senza rischiare di dover affrontare elezioni in un contesto più incerto.

Come scrive la rivista russa Profil, “l’apertura di uno scontro politico per l’eredità di Nazarbayev è praticamente inevitabile”, anche se non è escluso che il presidente a un certo punto annunci l’investitura di un erede: il più quotato al momento sembra essere il premier Karim Masimov, 49 anni. Se nel conflitto per il nuovo Kazakhstan senza Nazarbayev dovessero affermarsi due fazioni diverse - una che punta sui rapporti con Usa e Ue, l’altra determinata a rimare parte della Russia - potrebbe aprirsi una “fase di instabilità simile a quella vissuta dall’Ucraina”, avverte Profil. Tanto più che una zona di potenziale contenzioso territoriale com Mosca già esiste: si tratta della parte Nord del Paese, con aree in cui la maggioranza della popolazione è russa.