Aoun: « Era inutile votare, sapendo già chi avrebbe vinto »
di Youssef Hourany

In un'intervista ad AsiaNews l'ex primo ministro spiega i guasti della legge elettorale: "elette le stesse persone che da 15 anni hanno portato corruzione".


Beirut (AsiaNews) - Una legge elettorale per la quale i risultati erano scontati già prima del voto : « non c'era – spiega l'ex primo ministro Michel Aoun in un'intervista ad AsiaNews – possibilità di dialogo per la formazione delle liste o per porre rimedio alle mancanze originarie della legge ».  « Politicamente ci sono disinteresse e sfiducia in rapporto alla situazione attuale, perché la legge non promette alcun cambiamento ». Questo per il generale Aoun il motivo di fondo per il quale la partecipazione di Beirt al voto è stata bassa, anche se una riflessione sui dati reali spinge a rivalutare tale giudizio. Ma dal momento che la normativa per le elezioni non è la stessa Aoun annuncia che prenderà parte alla campagna elettorale a Mont Liban, in quanto là c'è una reale possibilità di partecipazione.

« Il tasso di partecipazione registrato a Beirut – secondo Aoun – resta comunque elevato, tenuto conto delle condizioni nelle quali la democrazia è applicata nel Paese ». « Credo – spiega – che il tasso reale di partecipazione, il tasso ragionato, è quello che si è registrato nella Regione est (cristiana) ».  Ad ovest, (la regione a maggioranza musulmana) « esiste un fenomeno di affezione, che spinge ad andare alle urne ».

In generale, però, « non c'è alcun cambiamento né a livello di persone, né di stile. Perché gli elettori dovrebbero legittimarli? E' la linea politica che da 15 anni governa il Paese ed è per suo tramite che la corruzione i è allargata e continua ad espandersi nelle istituzioni ». Anche il partito di Saad Hariri « alla fine è stato sconfitto sul piano elettorale, malgrado la spinta emotiva suscitata dall'assassinio dell'ex primo ministro Rafic Hariri ».

« Quando i dadi sono tratti, attraverso la formazione delle liste e la natura stessa della legge, non serve a niente – secondo Aoun - partecipare », anche se va visto come un « successo » il risultato ottenuto dal greco-ortodosso Najah Wakim, « che ha avuto 14.500 voti, pur avendo come rivale Atef Majdalani, eletto con 26.000 voti, con alle spalle una macchina elettorale che distribuiva petrodollari ».